Roma, 11 apr. (LaPresse) – L’ex senatore del Pdl Marcello Dell’Utri è latitante dall’8 aprile e da metà marzo è irreperibile in Italia. Lo rivela la Direzione investigativa antimafia. L’8 aprile la Corte d’Appello di Palermo-III Sezione Penale ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di Dell’Utri. Il centro operativo D.I.A. di Palermo è stato delegato per l’immediata esecuzione. Il personale della D.I.A. di è subito recato presso ogni recapito conosciuto di Dell’Utri e dei suoi familiari per procedere all’arresto. L’ex senatore Pdl non è stato trovato e risulta irreperibile, dunque è stato dichiarato lo stato di latitanza dalla Corte d’Appello di Palermo. Il provvedimento di custodia cautelare in carcere è scaturito dalle indagini della D.I.A. che hanno portato a ritenere sussistente un “grave e concreto pericolo di fuga” dell’imputato, in previsione della sentenza definitiva che la Suprema Corte di Cassazione emetterà presumibilmente nell’udienza fissata per il prossimo 15 aprile nel processo per concorso esterno in associazione mafiosa.

Secondo quanto emerso dalle indagini, Dell’Utri è irreperibile in Italia fin dalla seconda metà di marzo. La Direzione Investigativa Antimafia sta svolgendo tutti gli approfondimenti investigativi necessari alla localizzazione di Dell’Utri, nei confronti del quale è stato emesso un ordine di custodia cautelare in carcere per pericolo di fuga. L’ex senatore viene ricercato in ambito nazionale ed internazionale.

Ma nel pomeriggio è arrivata la replica dell’ex senatore del Pdl. “In merito alle notizie stampa e alle diverse interpretazioni circa la mia ‘irreperibilità’ tengo innanzitutto a precisare che non intendo sottrarmi al risultato processuale della prossima sentenza della Corte di Cassazione; e che trovandomi in condizioni di salute precaria – per cui tralaltro ho subito qualche settimana fa un intervento di angioplastica – sto effettuando ulteriori esami e controlli”, ha fatto sapere Dell’Utri in un comunicato diffuso dal suo avvocato, Giuseppe Di Peri. “Apprendo – si legge ancora nella nota – della aberrante richiesta di preventiva custodia cautelare mentre mi trovo già all’estero per il periodo di cura e riposo”. “Rimango tuttavia in attesa fiduciosa del risultato che esprimerà la Massima Corte che ha già rilevato incongruenze e ‘fumus’ nella prima sentenza di appello, annullandola conseguentemente. Mi auguro quindi che un processo ventennale – per il quale ritengo di avere già scontato una grave pena – si possa concludere definitivamente e positivamente”, conclude l’ex senatore Pdl.

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