Roma, 16 apr. (LaPresse) – Il disegno di legge sul voto di scambio politico mafioso è legge. Con 191 sì, 32 no e 18 astenuti l’aula del Senato tra le polemiche dà il via libera al provvedimento in quarta lettura a Palazzo Madama. Il ddl approvato è il testo giunto dalla Camera. Questi i punti che hanno suscitato le proteste e l’opposizione di M5S: l’eliminazione del termine ‘qualsiasi’ riferito alle ‘altre utilità’ che sono sanzionabili; la cancellazione della punibilità della “disponibilità a soddisfare gli interessi o le esigenze dell’associazione” mafiosa; la riduzione delle pene dalla forchetta di un minimo di 7 a un massimo di 12 anni di reclusione a quella di un minimo di quattro a un massimo di dieci anni.

Momenti di tensione si sono registrati questa mattina in aula, prima del voto. Il Movimento 5 Stelle ha da subito fatto ostruzionismo presentando una serie di emendamenti al ddl, tutti bocciati. Durante le dichiarazioni di voto alcuni senatori del M5S hanno interrotto i colleghi al punto che il presidente del Senato Pietro Grasso ha poi espulso dall’aula due senatori pentastellati. Per primo Vincenzo Santangelo e a seguire Alberto Airola, per aver disturbato animatamente i colleghi senatori impegnati nelle dichiarazioni di voto sul disegno di legge relativo al voto di scambio politoco mafioso. “Non accetto cori nè gazzarre”, ha sottolineato Grasso che, riferendosi ai due senatori M5S, ha detto: “Avete la possibilità di rientrare solo se vi scusate, l’ordine lo stabilisco io”.

Dopo l’espulsione di Santangelo e Airola, si sono levati dei cori dalle fila del Movimento 5 Stelle: “Fuori la mafia dallo Stato”, si è sentito a più riprese dai banchi del M5S verso i colleghi degli altri schieramenti in aula. Infine Grasso ha sospeso la seduta dopo che i grillini hanno esposto dei cartelli che mostravano le facce di Berlusconi e Napolitano.

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