Roma, 22 apr. (LaPresse) – Il decreto lavoro a firma del ministro Poletti, in merito al quale oggi riprende la discussione alla Camera, “porterà maggiore occupazione”. Lo ha detto il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, a Radio Anch’io. Una difesa, la sua, che si scontra con le critiche mosse da maggioranza e opposizione. A partire dal Nuovo centrodestra fa i propri distinguo rispetto al testo modificato in commissione Lavoro dai democratici, con l’ex ministro del Lavoro Maurizio Sacconi che insiste per tornare alla prima versione della legge, più morbida sulla flessibilità. E Forza Italia accusa apertamente la maggioranza di essere troppo spostata a sinistra. L’Udc resta cauto. Alle 14.30 alla commissione Lavoro della Camera si discuterà delle disposizioni urgenti per favorire il rilancio dell’occupazione e per la semplificazione degli adempimenti a carico delle imprese con il comitato dei nove. Alle 15 a Montecitorio avrà seguito la discussione generale sul decreto. Sul punto si potrebbe anche arrivare a porre la fiducia.
“BICCHIERE E’ MEZZO PIENO”. Il ministro Padoan, rispondendo alle domande degli ascoltatori su Radio1, difende anche il provvedimento che porterà 80 euro in più in busta paga. “Il bicchiere – dice – è mezzo pieno e pensiamo di riempirlo via via che le misure si rafforzeranno e diventeranno permanenti e via via che la base che beneficia del taglio” dell’Irpef “si allarga. E’ un’operazione di grandi dimensioni, che richiede qualche mese per essere messa a punto”. Estendere il bonus degli 80 euro anche ai pensionati, però, precisa “sarebbe costato troppo e non sarebbe stato credibile. E’ importante che ora torni la fiducia e che ci sia un aumento del reddito a disposizione delle famiglie. E’ importante, cioè che siano disposte a spendere il bonus”. E sulle critiche ricevute spiega: “Siamo in campagna elettorale, mi pare ovvio che chi non è dalla parte del governo gli spari contro. Io non sono un ministro politico, ma anche io capisco queste cose”. “Occorre passare – precisa – da misure una tantum a riforme strutturali sia per ragioni di interesse nazionale sia per il rispetto dei vincoli a livello nazionale ed europeo”. E’ importante, aggiunge, che sia “strutturale” anche “l’abbattimento delle tasse”.
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