Roma, 26 apr. (LaPresse) – “Un anno fa gli italiani assistevano in contemporanea a due avvenimenti diversi ma che hanno finito per legarsi tra loro in modo indissolubile, il giuramento del nuovo governo dopo due mesi di stallo politico, e la sparatoria davanti a Palazzo Chigi con il tragico ferimento di due militari che svolgevano il loro dovere di presidio delle istituzioni democratiche”. Con queste parole, in una lettera al Corriere della Sera, Enrico Letta ricorda la sparatoria davanti a Palazzo Chigi di un anno fa.

“La difesa delle istituzioni. Per essa si può morire. Anche nell’Italia di oggi – scrive l’ex premier – L’insegnamento che da quella tragedia rimane è in fondo controcorrente in un tempo in cui si fa fatica a riconoscere il ruolo delle istituzioni. L’onore, il rispetto e la difesa di queste appaiono spesso valori antichi, superati. Non deve essere così”.

“Dei carabinieri colpiti – scrive ancora Letta – uno, Francesco Negri, se l’e fortunatamente cavata, l’altro, il brigadiere Giuseppe Giangrande, ha visto la sua vita cambiata per sempre e ha iniziato un vero e proprio calvario che sta affrontando con una dignità e fermezza che sono di esempio”.

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