(di Donatella Di Nitto)
Roma, 21 mag. (LaPresse) – Elisabetta Gardini torna a candidarsi al Parlamento europee e nelle fila di Forza Italia. Volto noto della televisione, padovana di 57 anni, Gardini è già eurodeputata e in questa tornata elettorale è l’unica donna capolista, nel Nord Est, del partito di Silvio Berlusconi. Già membro della commissione per l’Ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare a Bruxelles, Gardini crede in una Europa diversa da quella avuta fino ad ora, ma soprattutto crede in una Italia capace di prendersi il giusto posto tra gli Stati membri dell’Unione.
Quale carattere distintivo italiano deve essere portato, secondo lei, in Europa?
“Noi abbiamo le nostre eccellenze e i nostri caratteri distintivi. Voglio farle un esempio: parlando con un collega delle nostre qualità ho messo in evidenza che noi abbiamo qualità straordinarie, ma ci mancano quelle dei tedeschi. Lui mi ha risposto: ‘Io preferisco però le qualità degli italiani, perché quelle dei tedeschi si possono imparare’. Ed è vero. Le nostre qualità sono dei tratti caratteristici solo nostri, che fanno sì che il Made in Italy abbia quel 30% di valore aggiunto che nessun altro ha”.
Il vostro slogan è ‘Più Italia in Europa’, cosa significa?
“Lo slogan in senso generale vuole dire che l’Italia deve essere più forte in Europa, più presente come sistema paese. Noi siamo dei legislatori, troppe volte ce ne dimentichiamo, troppe volte ci siamo fatti del male da soli. In Europa vale la regola che il primo passo è volontario, dal secondo diventa tutto obbligatorio. Adesso stiamo portando avanti la battaglia per i balneari. Se noi avessimo sollevato le particolarità dell’Italia, con tutte queste e con i nostri balneari che hanno investito, sarebbe stato più facile nella fase ascendente andare a rappresentare la specificità della nostra situazione e avere una direttiva che teneva conto della nostra specificità. Una volta chiusa la direttiva, invece diventa complicatissimo cambiarla. E non perché ci sia una cattiva Europa, che sta lì nell’iperuranio e non si rende conto di quello che succede. Noi dobbiamo essere lì a rappresentare quella parte d’Europa che si chiama Italia e che ha tutto il diritto di essere rappresentata nelle sue particolarità e specificità sia in Consiglio che in Parlamento al meglio. In Consiglio soprattutto bisogna far capire agli alleati che la posizione portata non è di una parte politica ma dell’Italia. A Berlusconi è accaduto questo, pensavano che parlasse per la sua parte politica soprattutto per il fiscal compact, e lo hanno messo da parte, con Monti pronto a firmare”.
La campagna elettorale si sta accendendo. Le elezioni Europee hanno davvero tutto questo potere per condizionare, addirittura smantellare la vita politica italiana?
“Il Movimento 5Stelle sta creando tanta confusione e continuano con questo stile. Hanno preso tanti voti e tanti eletti e non hanno combinato nulla. La cosa impressionate è che stanno continuando così. Non hanno nessun programma per l’Europa e per l’euro, o per creare posti di lavoro. La loro risposta è andare al voto, prendere il 25%, andare da Napolitano. Purtroppo nessuno mai ha governato con il 25% dei voti, perché sei un quarto dell’elettorato, per governare bisogna avere il 50% più uno. Quelli del Movimento 5 stelle sono discorsi onirici, che hanno del paranormale, con l’unico obiettivo di aumentare la confusione. Il dato elettorale è indubbiamente il termometro della situazione politica di un Paese, la fotografia di governo. Il dato politico però si misurerà sul tasso di astensione, almeno in questa tornata elettorale. Se l’astensione sarà così elevata in un Paese come il nostro, in cui abbiamo avuto sempre una grossa affluenza alle urne, ridimensionerà qualsiasi dato dei partiti”.
Se la sente quindi di fare un pronostico per il prossimo 25 maggio? Ci sarà secondo lei questo boom di Grillo come dicono i sondaggi?
“Il boom di Grillo lo abbiamo già avuto alle politiche. Grillo alle politiche era il primo partito italiano, ma non ha potuto governare perché non ha accettato alleanze. Mi auguro comunque che non lo sia più. Se resta quella fotografia delle politiche, invece, io credo che non succederà nulla. Grillo è sintomo di una parte di elettorato molto arrabbiato, Grillo urla e interpreta questo elettorato, senza avere un programma. Io non credo che Grillo sia destinato a crescere, anzi in numero assoluto con queste elezioni il suo Movimento si contrarrà, diminuendo”.
Berlusconi non si è potuto candidare, e con le restrizioni giudiziarie non può scendere in piazza a piacimento. Quanto tutto questo penalizza Forza Italia?
“Ci penalizza tanto, Berlusconi è il leader, non perché è una medaglietta appuntata sul bavero, ma perché quando viene in piazza e sul territorio ci galvanizza e ci da’ forza, è il leader carismatico. La sua vicinanza in una regione rivitalizza il movimento”.
Quale necessità e urgenza del territorio che lei rappresenta vuole portare in Europa?
“La microimpresa che rappresenta il dato più evidente del nostro tessuto produttivo. Mi sono resa conto che le nostre politiche, se si fermano alla piccola e media impresa non raggiungono un vastissimo numero che sono appunto le microimprese e gli artigiani, che sono l’anima del Nord est. A queste microimprese voglio dare un po’ di sollievo portandoli a prendere quei fondi che sono stati messi in programmi modulati e tarati e che sono la novità del nuovo settennato di programmazione europea. Questi programmi credo che siano la priorità per andare nel concreto”.
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