(di Silvia Caprioglio)

Roma, 23 mag. (LaPresse) – Domenica 25 maggio si vota per rinnovare il consiglio comunale del capoluogo pugliese. Per Bari è la fine dell’era di Michele Emiliano, il magistrato antimafia prestato alla politica, eletto sindaco tra le fila del Partito democratico nel 2003 e nel 2009.

Qual è il bilancio dei suoi due mandati?

Nel 2004 Bari era una città con i conti disastrati, dove la criminalità di ogni tipo aveva un ruolo forte, tanto da arrivare a imporre al mio predecessore di far cantare alla festa di Capodanno il figlio di un boss. La mia elezione è stata anche una reazione alle logiche clientelari, in parte spazzate vie. Abbiamo bonificato zone inquinate, costruito una nuova parte di città per 15mila abitanti, demolito Punta Perotti e riaperto il teatro Petruzzelli. Abbiamo ricominciato a fare case popolari e varato un piano casa per l’emergenza abitativa. Bari ora è una città dal bilancio sano.

Quali invece i problemi ancora aperti?

La questione che rimane da risolvere è l’impatto della crisi sul tessuto economico, in particolare nelle periferie, ristrutturate a livello edilizio ma dove ci sono ancora disoccupazione, lavoro precario e nero.

Cosa farà adesso, è confermato che correrà alle regionali?

Mi preparerò per le primarie per le regionali del 2015. Questi 10 anni con Vendola sono stati importanti, ha fatto il possibile in una situazione difficile, con governi poco amici quando c’era Berlusconi; vorremmo continuare con l’innovazione. Mi prenderò una pausa, non sono uno che passa da una poltrona all’altra.

Qual è il suo pronostico per le amministrative nella sua città?

Antonio Decaro, il candidato del centrosinistra, è una persona nata politicamente con me e la mia prima giunta e poi diventato consigliere regionale e deputato; se non vincesse sarebbe anche una mia personale sconfitta, ma sono fiducioso.

E come crede che andranno le europee?

Sono molto preoccupato, anche perché c’è stata una campagna elettorale fatta da Grillo, Renzi e Berlusconi che si è trasformata in un grande sondaggio sul governo. In questo modo però gli italiani continueranno a sapere poco sull’Europa, come se le europee fossero una sorta di giochi senza frontiere fatti ogni tanto.

Ha sempre avuto una posizione aperta verso il Movimento 5 Stelle, cosa crede che succederà dopo le elezioni?

Spero che il buon senso prevalga e una volta chiusa la competizione elettorale se M5S e Pd si dimostreranno allineati, e le affinità sono molte, non ci sono differenze insuperabili, si trovi un punto di incontro. Il M5S in gran parte è un movimento di sinistra, Grillo stesso aveva chiesto qualche anno fa di iscriversi al Pd e aveva buoni rapporti con Prodi. È stata la nostra presunzione a spingere Grillo a formare un movimento autonomo. Mi auguro che questo nuovo Pd possa trovare un dialogo col M5S, soprattutto con i suoi elettori.

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