Roma, 23 mag. (LaPresse) – “‘Per far prevalere legalità e giustizia sulla sopraffazione e l’intimidazione mafiosa è sufficiente, ma allo stesso modo indispensabile, che ciascuno faccia il proprio dovere’. Così Giovanni Falcone pensava che si potesse vincere la criminalità organizzata contro la quale ha lottato fino al 23 maggio di 22 anni fa. Il magistrato simbolo della lotta a Cosa Nostra fece molto di più del suo dovere. Aveva una grande capacità di analisi del fenomeno criminale, rigore investigativo, integrità morale, estrema dedizione al servizio delle istituzioni, intuizione sulla necessità di aggredire i patrimoni mafiosi unita ad un solido ottimismo, nonostante le tante amarezze vissute”. Con queste parole sul suo profilo Facebook la presidente della Camera Laura Boldrini ricorda la strage di Capaci di 22 anni fa.

“Per fermarlo, quel giorno che tutti ricordiamo – scrive ancora – ci vollero centinaia di chili di tritolo. Nella terribile esplosione della strage di Capaci furono orrendamente uccisi anche la moglie, Francesca Morvillo, e gli agenti di scorta Rocco Dicillo, Antonio Montinaro e Vito Schifani. Oggi, 20mila studenti provenienti da tutta Italia sono arrivati a Palermo con la #navedellalegalità per rendergli omaggio. Ragazze e ragazzi che, anche attraverso la partecipazione attiva ad un percorso di educazione alla legalità, dimostrano quanto siano vive le idee di Giovanni Falcone”. “E’ nel loro impegno e in quello costante di tutto il Paese – conclude Boldrini – nel quotidiano e nei ruoli di ciascuno, tra le forze migliori delle istituzioni, della politica, della società civile, che sta la chiave per sconfiggere Cosa Nostra.

Giovanni Falcone ha perso la vita per affermare questo principio. Tutti noi gli dobbiamo l’impegno di crederci e di attuarlo, ogni giorno”.

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