Roma, 29 set. (LaPresse) – Attacco frontale di Massimo D’Alema contro il segretario del Pd Matteo Renzi durante la direzione del partito sul Jobs act. “Sono un ammiratore dell’oratoria del segretario del nostro partito tuttavia penso che il dibattito politico debba mantenere un forte aggancio alla realtà. Io potrei fare un lunghissimo elenco di affermazioni prive di fondamento”. D’Alema è stato caustico nei confronti del leader del suo partito più di quanto lo sia stato in passato nei confronti dell’opposizione.

“Si è detto che è la prima volta che si intervenire sul costo lavoro – ha proseguito – ma il governo Prodi investì 7 miliardi sul cuneo fiscale, il più significativo intervento sul costo del lavoro, con risultati importanti”. D’Alema vuole sbugiardare il premier come uomo delle istituzioni e come segretario del Pd. “In un paese civile, prima si fa il monitoraggio degli esiti di una riforma fatta da due anni per capire se funziona e – rincara – non si racconta che esiste da 44 anni, perché un po’ di persone che sanno che non è vero esistono, Matteo”.

“E’ un impianto di governo destinato a produrre scarsissimi effetti e ho anche l’impressione che questo cominci a essere percepito almeno nella parte più qualificata dell’opinione pubblica”, profetizza il massimo esponente della minoranza dem. E conclude: “Meno slogan, meno spot e un’azione di Governo più riflettuta credo siano la via per ottenere più risultati come partito”.

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