Roma, 6 ott. (laPresse) – Il Consiglio dei ministri ha autorizzato il ministro per i Rapporti con il Parlamento Maria Elena Boschi a porre eventualmente la fiducia sulla delega sul lavoro. L’esame del provvedimento inizierà domani mattina nell’aula del Senato.

Intanto, la leader della Cgil Susanna Camusso è tornata a paragonare il premier Matteo Renzi alla ‘lady di ferro inglese’ Margaret Thatcher. La segretaria, al summit dei sindacati europei a Roma, ha ricordato che a metà del semestre Ue a guida italiana “non c’è stato ancora un solo accenno di dialogo sociale o di confronto da parte del presidente del Consiglio” e “l’unico precedente di non dialogo visto in Europa è quello di madame Thatcher”. Il governo intanto ha convocato i sindacati di buon ora per domani mattina alle 8 a Palazzo Chigi per discutere di riforme e di lavoro. Secondo quanto si apprende la convocazione è arrivata dal ministro del Lavoro, Giuliano Poletti.

CAMUSSO: RENZI CI CHIAMA ALLE 8? LAVORATORI MATTINIERI – “Solo un’ora per l’incontro con Renzi fissato alle otto del mattino? Mi viene in mente il titolo di una canzone ‘un’ora sola ti vorrei’. Vuol dire che Renzi ha coscienza che i lavoratori vanno a lavorare presto e le direzioni seguono più tardi (dopo i sindacati Renzi inconterà le imprese, ndr)”. Lo dice il segretario della Cgil, Susanna Camusso, in conferenza stampa. “In un’ora si possono fare molte cose – le fa eco il segretario della Cisl, Raffaele Bonanni – non solo chiedere a noi cosa vogliamo fare sul lavoro ma anche dirci loro cosa vogliono fare sull’economia. In un’ora si può fare molto”.

Camusso ha sottolineato come anche i sindacati europei non siano stati convocati dalla Commissione Ue. La segretaria generale teme che il comportamento di Renzi possa servire per “decidere i confini dell’azione sindacale, restringendola alla sola contrattazione aziendale o a quanto legiferato dal Parlamento” e in questo modo “limitando il ruolo dei sindacati nazionali”.

Alle 9 a palazzo Chigi domani sarà la volta poi anche delle associazione datoriali, Confindustria, Rete Imprese Italia e Alleanza delle cooperative, convocate dall’esecutivo.

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