Roma, 9 nov. (LaPresse) – Silvio Berlusconi non si piega e disattende le attese di Matteo Renzi. Insomma, la telefonata tanto caldeggiata dal premier venerdì sera, nel corso della cena con i finanziatori del Pd a Roma, non c’è stata. L’ex Cav non ha sciolto la riserva sulla nona modifica chiesta all’Italicum e, anzi, in risposta alle continue sollecitazioni di palazzo Chigi ‘a fare presto’, prende tempo. A Berlusconi questa fretta di chiudere sulle riforme, spiegano i fedelissimi, sa di “voto anticipato”, anche se Renzi continua a collegare questa sua accelerazione per scongiurare le presunte dimissioni del Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, a inizio 2015.
Tutto questo però fa parte di un’altra cronaca politica, quella che, secondo la stessa ministra Maria Elena Boschi, non rientra nel patto del Nazareno. Quel patto che ‘scricchiolava’ giovedì e che forse oggi vacilla, proprio perché Berlusconi ha i tempi ben chiari, come del resto Renzi. Il presidente domani sera incontrerà la famiglia e i vertici Mediaset, nella consueta cena del lunedì ad Arcore. Mentre martedì a palazzo Grazioli riunirà lo stato maggiore del partito. In questa occasione farà sicuramente il punto con Denis Verdini, mediatore ufficiale nella partita riforme, sugli ultimi contatti con il Pd sull’Italicum.
I tempi alla fine, anche senza la telefonata della domenica, potrebbero coincidere con quelli di Renzi che vuole far calendarizzare l’Italicum in Senato martedì stesso. Tutto potrebbe sciogliersi quindi in zona Cesarini, poco prima dell’ufficio di presidenza della commissione Affari costituzionali , convocato alle 15, solo per dimostrare a Renzi che gli ultimatum con Berlusconi non funzionano. Intanto, domani sera, il premier riunirà la maggioranza per capire, soprattutto nelle fila di Ncd, quanto si può trattare dando al partito di Alfano le preferenze, ma concedendo soglie di sbarramento più alte a Berlusconi.
© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata