Roma, 8 mar. (LaPresse) – “Ognuno di noi è parte del grande centrodestra italiano e nessuno può pensare di vincere da solo”. Così il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, intervenendo telefonicamente a una iniziativa elettorale a Bari, a sostegno del candidato alla Regione Francesco Schittulli. “Oggi siamo chiamati ad avere la maturità – ha aggiunto – di essere eredi di noi stessi. Spero che tutti noi sappiamo rinunciare” a qualcosa in nome “dell’unità del centrodestra”. “La nostra coalizione – ha proseguito – si candida per vincere e tornare a guidare il Paese” e per questo “sono convinto che occorre lavorare tutti insieme per invertire la rotta”. “Torna a unirci – ha aggiunto Berlusconi – un obiettivo comune”, perché si apre “una nuova era in cui tutti movimenti politici contrari alla sinistra devono tornare per forza uniti per dare una alternativa al Paese”.

“OCCASIONE DI RINNOVAMENTO PER FORZA ITALIA”. E saranno proprio le elezioni regionali, ha spiegato Berlusconi, a rappresentare un passaggio importante per il centrodestra e per il Paese. Sono una ripartenza, il primo passo di un cammino da intraprendere con rinnovato entusiasmo e un’occasione di rinnovamento per Forza Italia”.

“VOTEREMO NO ALLE RIFORME”. L’intervento di Berlusconi è stata anche l’occasione per ribadire il ‘no’ di Forza Italia alle riforme volute dal governo di Matteo Renzi. “Martedì – ha assicurato – voteremo no alle riforme” per contrastare “l’arroganza e la prepotenza di un Partito democratico che è stato incapace di cambiare se stesso e il Paese”.

“PATTO NAZARENO? CI AVEVAMO CREDUTO FINO IN FONDO”. Il leader azzurro è tornato ad attaccare il Pd e il suo segretario e premier: “Abbiamo accettato con dolore vero i cambiamenti sul cammino delle riforme (e ce ne sono stati chiesti 19)”, ma “quei cambiamenti non servivano a migliorare i provvedimenti, piuttosto a rafforzare le posizioni di una sola parte politica. In questo cammino ci abbiamo creduto fino in fondo, è stato giusto tentarlo, ma non siamo stati noi a tradire il percorso che poteva cambiare il nostro Paese”.

Per il Partito democratico, ha proseguito Berlusconi, “dialogare significa imporre le proprie idee, i propri interessi e le visioni del mondo”. Il Pd ha “l’arroganza – ha aggiunto – di chi si ritiene a torto moralmente superiore”.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata