Roma, 12 giu. (LaPresse) – “Ci sono persone che fuggono dalla fame e cercano un lavoro in Europa e questo, diciamo, è l’immigrazione che chiameremmo più propriamente economica. Ma il problema dei rifugiati è ‘altro’ e non si discute: bisogna dare appunto asilo a chi fugge dalle persecuzioni e dalla guerra. E come si può dire: ‘lì sì, da noi no?’ È una aberrazione”. Così il presidente emerito della Repubblica, Giorgio Napolitano, nel corso di un’intervista rilasciata a Gerardo Greco, in occasione delle Giornate del Lavoro organizzate dalla Cgil a Firenze da oggi al 14 giugno e che in parte è stata anticipata nella puntata odierna di Agorà (Rai 3).
Il presidente ha poi aggiunto: “Sappiamo che ci sarà da combattere le piaghe dalle quali nascono la miseria e anche conflitti e guerre in Africa e nel Sud del mondo, e non solo nel Sud, anche nel Medio Oriente, basti pensare a quanta gente arriva dalla Siria. Ma come si può pensare che solo perché trovano più vicina la sponda dell’Italia nel Mediterraneo, la sponda siciliana, debbano essere trovate soluzioni per tutti in Italia e non nel resto d’Europa o, addirittura, in Italia del Sud e non in un’altra parte d’Italia? Questo è semplicemente aberrante da ogni punto di vista: morale, etico, del diritto internazionale, delle nostre responsabilità come membro importante della comunità internazionale”.
“Nel nostro Paese si sono logorati i valori della solidarietà. Adesso, in qualche modo, ritorna in questione anche il tema dell’unità nazionale, dell’unità dello Stato perché, insomma, non può un qualsiasi Presidente della Regione dare direttive ai Prefetti e ai Sindaci” ha continuato Napolitano che ha poi aggiunto: Il presidente ha poi aggiunto: “Insomma, c’è molto disordine dal punto di vista istituzionale, però si è logorata la solidarietà perché abbiamo avuto, in larga parte, in buona parte dell’opinione pubblica, una regressione sul piano dei valori, questo è indubbio, e quindi si pone il problema del ritorno al senso della solidarietà che deve valere – badate – non solo in Italia, deve valere in Europa. Oggi tutti i paesi europei devono confrontarsi e non solo – cosa molto positiva – nelle operazioni di salvataggio in mare, ma anche nelle politiche di accoglimento, di riconoscimento in casa propria, dell’asilo a chi ne ha diritto”.
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