Di Denise Faticante
Roma, 8 lug. (LaPresse)- L’ipotesi dello scioglimento del Comune di Roma per infiltrazioni mafiose sembra allontanarsi sempre di più. Quella che avanza, almeno stando a indiscrezioni uscite dopo il comitato per l’ordine e la sicurezza di ieri- passaggio formale previsto dalla legge prima dell’invio delle conclusioni del prefetto Franco Gabrielli al Viminale- è il commissariamento di alcuni municipi più esposti, più inquinati dalla corruzione, sul modello di Ostia. Quindi non un intervento generalizzato, ma uno più chirurgico. Anche perché, ormai è assodato, che Mafia Capitale ha determinato “un’alterazione del procedimento di formazione degli organi elettivi e amministrativi”.
Gabrielli in queste ore non smentisce né conferma questa ipotesi di lavoro, ma precisa che la relazione, che sta per arrivare sulla scrivania del ministro degli Interni, è un “documento riservato” e che lo scioglimento “è un atto di discrezionalità politica”. Passa quindi la palla ad Alfano che dovrà poi traghettare la questione in consiglio dei ministri. Si dice tranquillo il prefetto, sottolineando che sicuramente il suo lavoro non ha l’obiettivo di accontentare tutti. “Io sono un servitore dello Stato- afferma- non cerco certo il consenso”. Una cosa però tiene a specificare: che mai ha subito pressione né dal premier Matteo Renzi né dal ministro degli Interni, Angelino Alfano. “Posso dire – evidenzia- senza tema di smentita, di non avere avuto la minima sollecitazione. Io fornirò loro la mia visione e poi faranno le proprie valutazioni”.
Ieri alla riunione era presente anche il procuratore generale di Roma, Giuseppe Pignatone che più volte ha spiegato in diverse sedi istituzionali la pervasività del gruppo guidato da Massimo Carminati e Salvatore Buzzi (considerati i capi dell`associazione mafiosa). Ma lo stesso Pignatone, all’Antimafia ha anche sottolineato che “l’associazione ‘Mafia Capitale’ si rapporta in modo completamente diverso con le due Giunte (Alemanno e Marino, ndr)”: con la prima c’era “un dialogo diretto, e in posizione sovraordinata, tra Carminati e il più stretto collaboratore del sindaco”, mentre con la seconda quei contatti “non ci sono più”. Per ora le voci e le indiscrezioni si rincorrono, anche nella politica. Già la scorsa settimana alcuni esponenti del Pd si sentivano di escludere lo scioglimento del Comune.
Misure più specifiche, quindi, che vadano a colpire quelle situazione di vertice amministrativo dove sono stati commessi gli illeciti.Intanto Gabrielli sgombera una volta per tutte il campo dalle voci su una futura candidatura in Campidoglio. “Io sono – dice netto- poliziotto nell’anima, morirò poliziotto e soprattutto non farò mai il politico”.
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