Roma, 13 lug. (LaPresse) – Il bilancio di previsione 2015 della Camera, approvato dall’ufficio di presidenza e all’esame dell’aula dal 20 luglio, prevede una riduzione della spesa pari a 50,5 milioni di euro rispetto al 2014 e si attesta a 986,6 milioni di euro, scendendo per la prima volta sotto il miliardo dopo dieci anni – l’ultimo anno in cui la spesa complessiva è stata inferiore era infatti il 2005 -. In termini reali significa che per il funzionamento della Camera si spende quasi il 20 per cento in meno rispetto al 2005. Dal 2013 al 2015 la riduzione di dotazione di 50 milioni di euro l’anno rispetto al 2012 e le restituzioni all’erario hanno determinato per il bilancio dello Stato un minor onere per il funzionamento della Camera pari a 223 milioni di euro.
La dotazione resta fissata nella misura di 943,16 milioni di euro per gli anni 2015, 2016 e 2017, attestandosi così allo stesso livello del 2013, a sua volta inferiore di 50 milioni di euro rispetto al 2012. I dati del bilancio di previsione rispecchiano il lavoro fatto secondo logiche di razionalizzazione della spesa. In particolare, il recesso anticipato dai contratti di locazione dei cosiddetti Palazzi Marini e la deliberazione con cui l’ufficio di presidenza ha fissato i limiti massimi alle retribuzioni del personale dipendente, anche per i trattamenti già maturati, “hanno posto all’attenzione degli organi di direzione politica – si legge nel progetto di bilancio deliberato dall’ufficio di presidenza – un insieme di rilevanti problematiche sia sul piano della gestione delle risorse umane e materiali della Camera sia sotto il profilo della traduzione degli effetti delle misure adottate sul quadro finanziario 2017-2017”. Il bilancio di previsione dipende quindi anche dall’esito dei ricorsi che sono stati presentati contro queste misure.
© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata