Bruxelles (Belgio), 16 lug. (LaPresse) – Venti milioni di multa all’Italia per l’inesatta applicazione della direttiva ‘rifiuti’ in Campania più una penalità di 120mila euro per ciascun giorno di ritardo. Lo ha deciso la Corte di giustizia europea che, si legge nella sentenza, “ha accolto un ricorso per inadempimento e ha constatato che la Repubblica italiana, non avendo adottato per la regione Campania tutte le misure necessarie per assicurare che i rifiuti siano recuperati o smaltiti senza pericolo per la salute dell’uomo e senza recare pregiudizio all’ambiente e, in particolare, non avendo creato una rete adeguata ed integrata di impianti di smaltimento, è venuta meno agli obblighi ad essa incombenti in forza degli articoli 4 e 5 della direttiva 2006/12″.
Gli articoli della direttiva del 2006 violati dall’Italia nello specifico richiedevano che “una regolamentazione efficace e coerente dello smaltimento e del recupero dei rifiuti dovrebbe applicarsi, fatte salve talune eccezioni, ai beni mobili di cui il detentore si disfi o abbia l’intenzione o l’obbligo di disfarsi” e che “è auspicabile favorire il recupero dei rifiuti e l’utilizzazione dei materiali di recupero come materie prime per preservare le risorse naturali”. Sulla violazione di questi due articoli la Commissione nella sentenza di oggi ricorda invece che “tra il mese di giugno 2010 e quello di maggio 2011, sono stati segnalati più volte problemi di raccolta dei rifiuti in Campania, che si sono conclusi con l’accumulo per diversi giorni di tonnellate di rifiuti nelle strade di Napoli e di altre città della Campania”. “Si tratterebbe – si legge inoltre nella sentenza – di circa sei milioni di tonnellate di ‘ecoballe’, il cui smaltimento richiederà verosimilmente un periodo superiore a dieci anni”.
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