Il governatore Zaia: A Quinto si è toccato il fondo, 2 su 3 non sono profughi

Roma, 17 lug. (LaPresse) – “Quello che è successo a Quinto è un punto di non ritorno. Abbiamo toccato il fondo. C’è stato il big bang”. Luca Zaia, presidente della Regione Veneto, ieri mattina è corso a Quinto, dove c’è stata una rivolta dei residenti contro l’arrivo di 101 profughi, e in un’intervista al quotidiano ‘La Stampa’ dice: “Non credo sia colpa dei residenti. Durante la notte è successo che è arrivato qualcuno, è entrato negli appartamenti al piano terra, dove erano stipati materassi e altri mobili. E poi hanno fatto un bel falòà”. Il presidente del Veneto dice anche che due su tre degli immigrati non sono profughi: “Stando ai dati del ministero dell’Interno, due richiedenti su tre non avranno riconosciuto lo status di rifugiato. Se uno fugge da una guerra, bene. Ma mi sembra che gran parte di questi immigrati non porti i segni di fame e malnutrizioneà”. E poi ancora: “Due su tre non sono profughi. Punto. Sono clandestini che vanno rimpatriati, ma che nessuno rispedirà mai a casa loro”.

Tornando a quanto successo a Quinto, Zaia sottolinea che non vuole “giustificare” i cittadini che hanno dato fuoco ai materassi e ai mobili che si trovavano negli appartamenti in cui erano stati ospitati gli immigrati. “Non mi risulta nemmeno – afferma – che tra gli autori ci siano i residenti. Dico solo che la tensione è alta perché queste persone sono esasperate. Fino a due giorni fa erano felici, facevano i barbecue, i bambini giocavano in cortile. Oggi vivono con le camionette della celere“. “Lì abitano famiglie, molte delle quali con bambini piccoli. Gente che paga un mutuo. E la prefettura, senza avvisare nessuno, senza alcuna verifica sullo stato dell’arte, manda lì 101 profughi. È comprensibile – sottolinea Zaia – che si siano incazzati. Ma adesso basta, noi siamo pronti a una guerra gandhiana”, perché “i residenti hanno fatto un presidio, hanno montato delle tende davanti all’ingresso delle palazzine e si sono piazzati lì per rivendicare il loro diritto a vivere in pace”.

Per i veri profughi “bisogna fare dei campi in Africa e verificare lì lo status di rifugiato. Deve intervenire la comunità internazionale. Ma non possiamo pagare noi le conseguenze degli errori e dei bombardamenti altruià I nostri governi sono quattro anni che dormono. E intanto qui stiamo africanizzando il Veneto”, conclude Zaia.