Roma, 26 lug. (LaPresse) – Confessa di non conoscere il testo dell’emendamento approvato nei giorni scorsi in Commissione Giustizia alla Camera e che ha sollevato un polverone, ma da magistrato di lungo corso il presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione Raffaele Cantone, in un’intervista al ‘Corriere della Sera’, dice: “Molte volte la captazione nascosta di colloqui tra le persone ci è servita per individuare dei fatti gravi e colpire, di conseguenza, la criminalità organizzata. Ecco, vorrei che si tenesse conto di questo dato nella formulazione della futura norma”.

Secondo Cantone il tema “impatta certamente sulla privacy delle persone ed anch’io trovo giusto che ci siano limiti alla divulgabilità delle intercettazioni” ma quante volte, spiega, “vittime di estorsioni, penso a tanti imprenditori, sono andati all’appuntamento coi loro aguzzini con un registratore nascosto. E’ proprio grazie a quei colloqui rubati che è stato possibile inferire dei colpi seri alla criminalità organizzata. E’ uno strumento invasivo, può danneggiare immagini e reputazioni. Ma intanto l’estorsore è finito in cella”.

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