Roma, 30 lug. (LaPresse) “Pensavo di affondare, invece sono in porto. Sono un ottimo sub, capace di stare sotto ed emergere”. E’ decisamente sollevato il senatore di Ncd Antonio Azzollini il giorno dopo la decisione di Palazzo Madama di respingere l’arresto nei suoi confronti. In un’intervista al quotidiano ‘La Repubblica’ Azzollini, coinvolto nell’inchiesta sul crac da 500 milioni della casa di cura ‘Divina Provvidenza’ di Bisceglie, in provincia di Bari, esclude che il Pd abbia deciso di salvarlo per timori legati alla sorte del governo: “Il numero dei voti è frutto di un giudizio e non di un pregiudizio. Se uno vota così, certo che è più garantista. Ma il garantismo significa molto di più. Diciamo che è un passo, un approccio garantista”. Dice che le sue dimissioni da presidente della commissione Bilancio, al Senato, sono “irreversibili”. Sulla presunta frase alle suore che gli è stata attribuito dice: “Terrificante, di più: ripugnante. Mi crocifiggeva. Non l’ho mai nemmeno pensata. Se non c’è quella frase non c’è concussione, le pare poco?”.
Ieri in vista del voto il Partito democratico aveva cambiato strategia: dal sì all’arresto alla “libertà di coscienza”. E così l’Aula di Palazzo Madama ‘ha salvato’ – tra le urla del Movimento 5 Stelle, di Sel e della Lega Nord – il senatore Azzollini dalla richiesta dei domiciliari, avanzata dalla procura di Trani.
Con scrutinio segreto il Senato ha infatti rigettato con 189 voti contrari, 96 favorevoli e 17 astensioni la relazione della giunta per le Elezioni e le immunità, che invece si era espressa, a larga maggioranza e con i voti dei senatori Pd, per l’arresto dell’ex presidente della commissione Bilancio. Decisiva è stata la presa di posizione del capogruppo del Pd, Luigi Zanda, che con una mail inviata ai senatori ha lasciato loro libertà di coscienza. Così in casa dem si è scatenata la bufera.
La cifra dell’imbarazzo che si respira la danno le parole del vicesegretario del Pd. “Francamente – ha detto Debora Serracchiani – credo che ci dobbiamo anche un po’ scusare. Non abbiamo fatto una gran bella figura. C’è stata una decisione presa da una commissione e penso che in Aula si dovesse seguire quel percorso”. Frasi a cui ha prontamente replicato Zanda: “Invidio molto chi riesce a esprimersi sulla libertà o l’arresto di un parlamentare senza aver letto gli atti, senza aver partecipato a un lungo dibattito e aver ascoltato la sofferenza con cui molti senatori Pd hanno raggiunto il proprio convincimento”.
In sostanza, stando al pallottoliere e agli interventi dei senatori a Palazzo Madama, seppur con il beneficio del dubbio trattandosi di voto segreto, i senatori M5S, Sel e Lega sono circa 55, compresi i grillini fuoriusciti, quindi a votare per l’arresto si sono aggiunti una quarantina di senatori del Pd. I due terzi dei dem avrebbero quindi ribaltato il proprio giudizio, dopo aver ascoltato in Aula le parole di Azzollini, la decisione presa della Giunta.
“Ritengo che il fumus persecutionis ai miei danni – ha detto il senatore Ap – sia abbondantemente integrato”. Dopo aver illustrato fatti con tanto di date, l’ex presidente della commissione Bilancio ha sottolineato che si tratta di “accuse difficili da poter ritenere logiche”. Dopo il voto, il senatore alfaniano ha aggiunto soddisfatto: “Ritengo giusto che sulle questioni di libertà personali si eserciti il diritto di ciascun senatore di votare secondo coscienza”. Ma il nodo che ha gettato i dem in allarme è proprio questo.
“Attenti amici e colleghi del Pd – ha avvertito la senatrice dem Lucrezia Ricchiuti prendendo la parola in Aula -, attenti alle condotte che assumiamo. Che cosa è cambiato dal voto della Giunta a oggi per decidere di votare in libertà di coscienza?”. A lei si aggiungono altri componenti della minoranza, tra cui Federico Fornaro, Maria Grazia Gatti e Carlo Pegorer, che dicono di essere soddisfatti per l’appoggio arrivato dal vicesegretario Pd. Il partito è quindi spaccato. Anche i deputati della minoranza, guidati da Alfredo D’Attorre, parlano di “colpo micidiale”. Il Movimento 5 Stelle ha così gioco facile: “La legge non è uguale per tutti. Azzollini salvato dal Pd“, scrive sul suo blog Beppe Grillo.
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