Roma, 30 lug. (LaPresse) – Un fragoroso applauso è scoppiato in aula al Senato quando il governo è stato battuto sugli emendamenti all’articolo 4 della riforma Rai. Presentati tra gli altri da Forza Italia, Movimento 5 Stelle e minoranza dem, chiedevano la soppressione della delega al Governo per la disciplina del finanziamento pubblico alla Rai. Con l’approvazione dell’aula con 121 sì e 118 no si sopprime l’intero articolo 4 del ddl di riforma.

Al governo sono mancati i voti del gruppo parlamentare Alleanza liberalpopolare autonomie legato a Denis Verdini, che ha ‘tradito’ l’esecutivo a un giorno dalla sua nascita in Senato come compagine d’appoggio alla maggioranza, tra i 10 verdiniani 7 erano assenti, 2 non hanno partecipato e uno si è schierato con l’opposizione.

Dopo una breve sospensione dei lavori seguita all’approvazione degli emendamenti sono ripresi i lavori in aula. L’articolo 4 riguardava la delega al governo sul finanziamento pubblico della Rai. Battuti quindi governo e maggioranza che avevano dato parere contrario agli emendamenti. Dopo la sospensione però l’aula ha stabilito che è possibile procedere nell’esame del provvedimento. Dopo l’approvazione degli emendamenti, in aula era scoppiato un grande applauso.

Il ministro Maria Elena Boschi non ha risparmiato le critiche alla parte del suo partito responsabile dello ‘sgambetto’: “Non è la prima volta che succede. Ciò è dipeso dalle assenze, ma un pezzo della minoranza ha votato con Forza Italia, M5S e Lega. Questo significa avere una parte del partito più ancorata alle logiche di corrente che all’interesse dell’Italia. Noi andiamo avanti comunque” ha detto durante un’intervista alla festa dell’Unità.

Dura la reazione delle opposizioni, soprattutto da Forza Italia e Movimento cinque stelle. “Governo battuto a Palazzo Madama su riforma Rai. Verdiniani o non verdiniani maggioranza non c’è più. Good morning Vietnam-Senato. Ciao Renzi”. Scrive su Twitter Renato Brunetta.

“Era il 23 febbraio quando il presidente Consiglio in una trasmissione televisiva diceva che ‘la Rai non può essere normata da una legge che si chiama Gasparri‘ – si legge in un post sul blog di Beppe Grillo a firma dei parlamentari grillini -. A distanza di cinque mesi il consiglio di amministrazione della Rai sarà rinnovato con la legge Gasparri. A chiederlo con una lettera formale firmata dal ministro Padoan alla presidenza della commissione di Vigilanza è stato lo stesso governo”.

Secondo il vicesegretario nazionale del Pd Lorenzo Guerini si tratta invece solo di un incidente di percorso: “Può capitare ed è capitato in altre occasioni di andare sotto su qualche emendamento – ha spiegato – è successo in tutti i provvedimenti, è fisiologico. Anche in questo caso la differenza l’hanno fatta gli assenti: 121-118. Tra l’altro l’emendamento è su un punto non importante. Se necessario lo correggeremo alla Camera”.

In serata L’aula del Senato ha approvato l’art. 2 del ddl di riforma della Rai. L’articolo contiene le nuove regole per la disciplina della governance della Rai. I voti favorevoli sono stati 149, 69 i contrari. Il voto finale dell’aula al ddl è al momento previsto per venerdì, la discussione inizierà alle 9.30.

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