Roma, 12 ago. (LaPresse) – “Sulla riforma costituzionale io sto con Scalfari e con il direttore Sallusti. Come ho già detto, infatti, ritengo che la posizione del presidente emerito Napolitano a difesa del Senato non elettivo non sia condivisibile“. Così Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati, in un intervento pubblicato da “Il Giornale”.
Per questo Brunetta ricorda “quanto dichiarava l’on. Ruini, presidente della Commissione per la Costituzione dell’Assemblea Costituente, il 25 settembre del 1947: ‘la qualità di senatore di diritto ed a vita [è] da riserbarsi ai soli ex Presidenti della Repubblica, che per il posto da essi occupato non possono discendere, alla fine del loro mandato, nell’agone elettorale’. Insomma, anche se membri di un organo politico, il ruolo degli ex presidenti quali senatori a vita (anche se Napolitano lo era in quanto nominato da Ciampi nel 2005, prima della sua elezione al Colle) non può essere quello di chi si schiera nell’agone elettorale, né dovrebbe apparire tale”.
“Il fatto è però che Napolitano interviene su un provvedimento – aggiunge il capogruppo azzurro – che non nasce da un’iniziativa parlamentare, ma è stato presentato dal governo.
Essò è dunque formalmente espressione dell’indirizzo della maggioranza. E infatti sta spaccando il Parlamento in due: maggioranza (e non tutta) da un lato e opposizioni dall’altra. Ricordiamo inoltre che la decisione sulla emendabilità del testo, dopo il passaggio alla Camera, spetta al presidente del Senato, Pietro Grasso, e a nessun altro. E quest’ultimo non andrebbe tirato violentemente per la giacchetta”.
“Ci si sarebbe pertanto attesi una maggior cautela da Napolitano, proprio per fugare i sospetti di discesa ‘nell’agone elettorale’. Sospetti che si accrescono se si considera la posizione – ben diversa ed estremamente ‘preoccupata’ – che l’attuale presidente emerito tenne, da senatore a vita, in occasione della riforma del 2005 del governo Berlusconi, con argomenti che somigliano a quelli che oggi Scalfari usa per manifestare le proprie preoccupazioni”, conclude Brunetta.
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