Il governo cala il poker contro la piaga del caporalato: ecco le misure

di Elisabetta Gramolini

Roma, 4 set. (LaPresse) – Colpire il guadagno, spezzando le gambe a quell’economia che sfrutta dinamiche criminali. E’ da questo principio che partono le quattro linee d’intervento studiate dal governo per contrastare il caporalato. Un pacchetto di provvedimenti che verrà messo in campo a partire da subito, “Al massimo entro ottobre”, affermano i ministri della Giustizia Andrea Orlando e dell’Agricoltura Maurizio Martina, nella conferenza di presentazione delle misure, oggi al dicastero di via Arenula.

Il poker di misure prevede, in primo luogo, la confisca dei beni: terreni e prodotti, frutto del reato, saranno espropriati, così come quelli nelle disponibilità del condannato per il valore equivalente alla ricchezza generata. A seguire, i ministri intendono introdurre la stessa azione di confisca anche sul patrimonio di quelle aziende che commettono il reato per interposta persona.

Al terzo punto, Orlando e Martina inseriscono la responsabilità in solido, “visto che – come spiegano – lo sfruttamento dei lavoratori produce quasi sempre un vantaggio per le aziende, spesso costituite in forme associative”. Ultimo tassello l’inserimento delle vittime del caporalato nell’elenco di coloro cui lo Stato riconosce un indennizzo.

Per quanto riguarda le prime tre linee d’intervento, i ministri Orlando e Martina informano che gli uffici sono già a lavoro per la traduzione in emendamenti alla proposta di legge 1138, ora in discussione in commissione Giustizia. La quarta, invece, cioè l’indennizzo alle vittime, sarà inserita nel decreto legge che il Consiglio dei Ministri valuterà per dare attuazione della direttiva europea 2004/80/CE.

Il primo apprezzamento delle misure annunciate è arrivato dalla Coldiretti. “Sono benvenute le norme come la confisca – commenta il presidente Roberto Moncalvo -. E’ tempo di intervenire sui mercati”. L’organizzazione degli agricoltori ha inoltre ricordato come al primo gennaio 2014, a distanza di quattro anni dall’entrata in vigore del reato, risultavano 355 i caporali arrestati o denunciati.

Sui tempi di attuazione del pacchetto è Orlando il più deciso: “Così come l’attività di governo durante l’ultimo anno é stata caratterizzata dalla lotta alla corruzione – dice -, con la stessa velocità vogliamo che proceda anche quella alla criminalità organizzata”.

Infine, a chi fra i giornalisti fa notare come oggi l’Agenzia dei beni confiscati alla mafia arranchi nella trasformazione in liquidità di terreni o beni, i due ministri rispondono che a breve presenteranno degli emendamenti alla legge oggi in commissione alla Camera sulle misure di prevenzione, destinati alla riorganizzazione della stessa Agenzia.