di Matteo Bosco Bortolaso
Vienna (Austria), 16 set. (LaPresse) – L’Unione europea deve gestire in maniera corale la crisi migratoria, attraverso un nuovo Vertice, da convocare nei prossimi giorni: capi di Stato e di governo dovranno prendere decisioni concrete su quote, rimpatri, respingimenti, ‘hotspot’. La ricetta per affrontare l’emergenza ha questi ingredienti, elencati oggi dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella e dal suo omologo austriaco Heinz Fischer.
“Sul fronte dei migranti – ha detto Mattarella al termine dei colloqui con il presidente Fischer – occorre un’assunzione di responsabilità da parte di tutti i Paesi europei“, perché la crisi migratoria che stiamo vivendo “è un fenomeno di carattere epocale con dimensione e ritmo crescenti, che richiede di essere governato non dai singoli Stati, che non sono in condizione di farlo, ma dall’Unione nel suo complesso, con una gestione comune”.
Fischer é sulla stessa linea: la strada da percorre è il sistema di quote disegnato dalla Commissione europea, a patto che esso si configuri come una “ripartizione equa” e che parallelamente ci sia una “coordinazione con i Paesi considerati sicuri“, i quali cioè non sono in situazioni così drammatiche da fare considerare come rifugiati i loro cittadini che intendono emigrare.
Il capo di Stato austriaco, infine, ha rilanciato la richiesta della cancelliera tedesca Angela Merkel, con cui ha detto di essere in costante contatto: “Deve essere messa all’ordine del giorno una conferenza di capi di Stato e/o di governo dell’Unione europea” sulla crisi migratoria. “Ci sarà a giorni”, ha aggiunto Mattarella, qualche ora dopo.
Qui a Vienna, non lontano dal palazzo imperiale dell’Hofburg, dove i due capi di Stato si sono incontrati, il dramma dei migranti è reale e visibile: da due settimane la stazione di Westbahnhof ospita centinaia di siriani e iracheni che sperano di raggiungere l’agognata Germania. Mentre i due leader erano a colloquio, sono arrivate notizie su 2mila immigrati in marcia, a piedi, da Salisburgo verso il confine tedesco. Per chi vuole partire, è impossibile fare altrimenti: tutto il traffico ferroviario verso la Germania è paralizzato. Qualcuno, poi, accetta un passaggio in auto illegale (e costoso: si parla di 2.000 euro).
Su un altro fronte, quello magiaro, le autorità di Vienna registrano una diminuzione dei flussi migratori dall’Ungheria, ma non è così nella vicina Croazia, che ha deciso di lasciar passare i migranti verso la Slovenia, da cui potrebbero varcare i confini con Austria e Italia. Non a caso il premier austriaco Werner Faymann, anche lui oggi a colloquio con Mattarella, domani vedrà il collega croato Zoran Milanovic per un chiarimento.
Tra Roma e Vienna, invece, c’è armonia di punti di vista, e non solo sull’immigrazione. Il capo di Stato austriaco sottolinea la comune volontà di continuare a mantenere “ottimi rapporti”. Sull’Alto Adige/Sud Tirolo, spina del passato, Fischer prende atto di “sviluppi soddisfacenti” sull’autonomia della regione, che “sarà una pietra miliare anche nella riforma costituzionale” all’esame del parlamento italiano. L’autonomia, anche linguistica, è “fondamentale per l’Italia”, ha aggiunto Mattarella, secondo cui quello sudtirolese è un modello da seguire.
Entrambi i presidenti hanno poi ricordato la presenza dell’Austria all’Expo di Milano. “Ho ringraziato il presidente per un magnifico padiglione, quello austriaco, tra i più apprezzati e visitati di Expo”, ha detto Mattarella, che dopo un pranzo offerto all’Hofburg, già simbolo del potere austro-ungarico, ha visitato la nostra ambasciata a Vienna. Ultima tappa, il Centro di medicina molecolare dell’Accademia delle scienze, guidato dall’italiano Giulio Superti-Furga e animato da giovani ricercatori emigrati oltre confine.
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