di Denise Faticante
Città del Vaticano, 25 set. (LaPresse)- Anche stavolta ci sono delle parole-chiave a fare da pilastro portante al discorso di Papa Francesco davanti all’assemblea delle Nazioni Unite a New York: esclusione, iniquità, terra, lavoro e libertà. E ancora: tecnologia, narcotraffico, nucleare, corruzione, Isis e cristiani perseguitati. Un altro discorso corale, rivolto al mondo che segna la seconda parte del messaggio di ieri pronunciato davanti al Congresso degli Stati Uniti. Le parole di ieri corrispondono a quelle di oggi: si integrano, facendo parte della stessa ispirazione. Concetti durissimi, espressi con garbo.
Tanti gli auspici di Bergoglio giunto nel Palazzo di Vetro di mattina presto, tra cui quello di “riformare l’Onu, tutelare dal debito i paesi più poveri e ampliare la partecipazione alle decisioni”. Senza dimenticare che l’Organizzazione ha l’obbligo di lavorare per la pace del mondo. Poi un monito affinché “nessuno calpesti gli altri sentendosi onnipotente”. E ancora l’appello: “Gli organismi finanziari vigilino per uno sviluppo sostenibile perché anche il degrado dell’ambiente dove sono costretti a vivere gli esclusi, costituisce oggi cultura dello scarto”. Le questioni di cui parla l’argentino sono le battaglie del suo pontificato e i principi contenuti nella sua Enciclica, ‘Laudato sii’. Solo che stavolta il Santo Padre si rivolge al mondo e quindi tutto assume un carattere diverso e universale.
POVERTA’ E AMBIENTE Povertà e ambiente sono i binari lungo i quali corrono i concetti del Santo Padre. Bergoglio chiede che “le azioni politiche ed economiche dei governi siano sempre ispirati dalla giustizia”. Nel mezzo ci sono i diritti, quelli sui quali non si può soprassedere. “Bisogna fare in modo- chiede il pontefice- che si disponga della base minima materiale e spirituale per rendere effettiva la dignità e per formare e mantenere una famiglia”. Per Francesco “questo minimo assoluto, a livello materiale, ha tre nomi: casa, lavoro e terra; e un nome a livello spirituale: libertà dello spirito”.
TRATTA UMANA E LAVORO SCHIAVIZZATO A tutti i governanti il Santo Padre chiede con forza una “volontà effettiva, pratica, costante, contro l’esclusione sociale ed economica, con le sue tristi conseguenze di tratta degli esseri umani, commercio di organi e tessuti umani, sfruttamento sessuale di bambini e bambine, lavoro schiavizzato, compresa la prostituzione, traffico di droghe e di armi, terrorismo e crimine internazionale organizzato”.
CORRUZIONE E NARCOTRAFFICO Per Bergoglio il narcotraffico è una piaga ‘sopportata’ e debolmente combattuta. “Il narcotraffico- insiste- per sua stessa natura si accompagna alla tratta delle persone, al riciclaggio di denaro, al traffico di armi, allo sfruttamento infantile e altre forme di corruzione. Corruzione che è penetrata nei diversi livelli della vita sociale, politica, militare, artistica e religiosa, generando, in molti casi, una struttura parallela che mette in pericolo la credibilità delle nostre istituzioni”.
CONTRO LA GUERRA “La guerra – afferma Bergoglio- è la negazione di tutti i diritti e una drammatica aggressione all’ambiente. Se si vuole un autentico sviluppo umano integrale per tutti, occorre proseguire senza stancarsi nell’impegno di evitare la guerra tra le nazioni e tra i popoli”.
Nulla è lasciato indietro nell’ultimo discorso ‘politico’ di questo lungo viaggio, neanche il pensiero ai cristiani perseguitati, alla soluzione della questione nucleare in Iran e la richiesta di un esame di coscienza su Ucraina, Siria e Iraq . Francesco ha ormai dimostrato, nelle tappe di questo percorso, di scegliere accuratamente i temi in base all’interlocutore. Ma davanti all’Onu ha tirato le somme delle idee fondanti del suo pontificato: lotta alla povertà, crescita sostenibile e difesa dell’ambiente: senza mai dimenticare gli ultimi, vittime della ‘cultura dello scarto’.
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