di Elisabetta Graziani
Imola, 18 ott. (LaPresse) – Il grande finale Cinquestelle non c’è stato, ma non è quello che conta: il Movimento si è contato e ha dimostrato di poter contare anche come forza di governo. Ventimila per la questura, duecentomila per gli organizzatori. Senz’altro tanti e convinti, nella base come tra gli ‘eletti’. A Imola la pioggia ha cominciato ad abbattersi sull’autodromo nel primo pomeriggio, poco dopo l’intervento di Beppe Grillo, ed è iniziato il fuggi-fuggi generale, avverando la profezia di Gianroberto Casaleggio che proprio sabato ha arringato la folla, mettendola in guardia dal rischio maltempo nella città del Gran Premio. Gli irriducibili sono rimasti, e non pochi. Cinque ore sotto la pioggia, con gli artisti che si sono alternati sul palco fino alla chiusura con Grillo.
PORTAVOCE ASSEDIATI. I ‘portavoce’ pentastellati – come si fanno chiamare gli eletti cinquestelle di ogni ordine e grado – stringono mani per ore e rispondono ai cittadini che non si limitano alle richieste personali ma domandano informazioni di politica interna ed estera. E loro pazientemente spiegano. Anche se ufficialmente i 5 Stelle rifiutano ogni parentela con il leaderismo, la due giorni ha incoronato i ‘rappresentanti del cuore’: Alessandro Di Battista e Luigi Di Maio. Sono loro i più applauditi, ricercati, assediati. La gente vuole vederli e soprattutto toccarli, ma anche – e questa è la novità del popolo 5 Stelle – ascoltarli: ascoltare le risposte che questi servitori dello Stato danno loro su questioni politiche a volte troppo distanti dai cittadini. Sebbene le proteste lasciate sui post-it (riguardanti per lo più alcune decisioni prese al vertice) gli elettori del M5S si sentono ascoltati, è questo che fa la differenza con i simpatizzanti di altri partiti. Se chiedi al sindaco di Parma Federico Pizzarotti il segno distintivo del raduno Cinquestelle 2015, lui risponde le domande sui contenuti più che sul rapporto con Grillo. Senz’altro l’orizzonte per il M5S è cambiato: sono le elezioni amministrative a Bologna, Milano, Napoli, Roma e Torino, come pure le prossime politiche.
PROGRAMMA DI GOVERNO 5 STELLE: STOP PRESCRIZIONE. E’ Gianroberto Casaleggio a dettare la linea politica del M5S. “La prima cosa da fare quando saremo al governo – dice – è eliminare la corruzione con l’onestà. Poi bisogna mettere mano alla giustizia ed eliminare la prescrizione”. La cosa non fa impazzire Grillo che si chiede che fine faranno i suoi 40 processi.
AMMINISTRATORI AL DI SOPRA DI OGNI SOSPETTO. Nelle amministrazioni ci saranno solo persone con la fedina penale pulita: non sarà possibile scegliere i sospettabili.
DEMOCRAZIA DIRETTA E RINNOVABILI. “Il M5S andrà al governo il prima possibile – spiega il guru – senza fretta, ma senza sosta. Noi siamo in un trend che è il trend del futuro: il trend della democrazia diretta, delle rinnovabili. Loro (il Pd, ndr) sono fuori: sono sul trend delle trivellazioni e lontani dagli strumenti di democrazia popolare”.
FACCIAMO QUELLO CHE DICIAMO. “Noi – prosegue Casaleggio – quello che diciamo lo facciamo” e con una frase dalla forte eco berlusconiana aggiunge: “quello che non abbiamo fatto è perché non ce l’hanno fatto fare”.
CANDIDATI E PROGRAMMA SCELTI DA ELETTORI. Sia la squadra di governo sia il presidente del Consiglio saranno definiti con gli iscritti, assicura il guru di Milano. “E, anche se sarà difficile farlo, cercheremo di fare anche il programma di governo con gli iscritti. Ma sarà un programma pluriennale e non delle emergenze”.
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