Marino: Mi chiedete di ripensarci e non vi deluderò

Roma, 25 ott. (LaPresse) – “Voi mi chiedete di ripensarci. Io ci ripenso e non vi deluderò. La democrazia non si esercita in stanze chiuse. Il confronto deve avvenire con gli eletti del Pd, della lista civica. Noi sognamo il futuro nostro, della nostra città, che è la capitale d’Italia”. Lo ha detto Ignazio Marino parlando ai sostenitori in piazza del Campidoglio, scatenando le urla di approvazione dei manifestanti. “Questa piazza – ha aggiunto – mi dà il coraggio e la determinazione di andare avanti”. Lo ha detto il sindaco di Roma Ignazio Marino parlando ai sostenitori in piazza del Campidoglio.

“State scrivendo una pagina importante della democrazia – ha detto l’esponente Pd alla folla – Una pagina che più di tante parole sigla l’unione tra le romane e i romani e il proprio sindaco. Vedo qua tantissimi che in questi due anni tutti insieme abbiamo strappato da questa città il cancro di parentopoli da quelle persone che su queste stesse scale fecero il saluto romano. Abbiamo portato le decisioni dai salotti cosiddetti buoni all’aria aperta. Abbiamo scelto sulla base del merito e delle competenze, non degli amici degli amici o delle tessere del partito. Abbiamo anche fatto degli errori e io me ne assumo la responsabilità. Ma non abbiamo il dono dell’infallibilità, chi ce l’ha? Mentre portavamo la legalità dei, conti mentre mettevamo in ordine la casa la magistratura fermava la mafia. Il 5 novembre inizierà un processo storico che dimostrerà che ci ha proceduto si era servito dei poveri, mentre noi abbiamo voluto servire i poveri e gli ultimi. Il 5 novembre noi la città sarà parte civile”.

“Qualcuno vorrebbe fermare adesso questo percorso adesso che la città può ripartire”, ha detto Mareino. “Ci sono quasi certamente dei nemici”, ha aggiunto, interrotto dai manifestanti, che hanno urlato “gli amici siamo noi”.

“Noi siamo realisti e vogliamo l’impossibile”. Con questa citazione di Che Guevara, Ignazio Marino ha concluso il suo intervento in piazza del Campidoglio.