Mafia Capitale, domani al via maxi processo ai 46 imputati

di Alessandra Lemme

Roma, 4 nov. (LaPresse) – Si apre domani a Roma il maxi processo al cosiddetto ‘mondo di mezzo’, la presunta organizzazione facente capo all’ex nar Massimo Carminati che secondo gli inquirenti avrebbe per anni condizionato la gestione di appalti e risorse nella Capitale. Quarantasei gli imputati alla sbarra tra i quali, oltre a Carminati e Salvatore Buzzi, l’imprenditore delle cooperative considerato il braccio economico dell’organizzazione, figurano ex amministratori locali di diversi schieramenti politici, ex dipendenti pubblici e dirigenti di aziende municipalizzate come Giovanni Fiscon, già direttore generale dell’azienda romana dei rifiuti (Ama). Le accuse vanno dalla corruzione, alla turbativa d’asta, dall’usura, all’associazione mafiosa.

IL COMMISSARIO TRONCA FIRMA L’ISTANZA: ROMA, PARTE CIVILE, CHIEDE I DANNI ALL’ORGANIZZAZIONE. “Non eravamo certo abituati a pensare la nostra città come coinvolta in trame mafiose, in metodi mafiosi, inquinata da associazioni mafiose: questa è invece la contestazione sottesa in tutti i capi di imputazione”, spiegano gli avvocati Enrico Maggiore e Rodolfo Murra, rappresentanti di Roma Capitale nell’istanza, firmata dal commissario Francesco Paolo Tronca, con cui si chiede la costituzione come parte civile del Comune al processo. Mafia Capitale rappresenta un’offerta non solo all’ordine pubblico, sostengono i legali, ma alla funzione stessa del Campidoglio: i tentacoli della presunta organizzazione infatti arrivano fin dentro importanti uffici capitolini, come confermerebbe la prima sentenza di condanna, arrivata ieri, ai danni di Emanuela Salvatori ex responsabile del coordinamento nomadi capitolino. Spagnoli deve già al Comune una provvisionale di 20mila euro per i danni arrecati all’Amministrazione, alla quale si aggiungeranno con tutta probabilità ulteriori risarcimenti da decidere in sede civile.

DALLA BANDA DELLA MAGLIANA A MAFIA CAPITALE. Il mondo di mezzo è “un gruppo criminale che costituisce il punto d’arrivo di organizzazioni che hanno preso le mosse dall’eversione nera, anche nei suoi collegamenti con apparati istituzionali – scrivono nell’istanza i legali del Comune – che si sono evolute, in alcune loro componenti, nel fenomeno criminale della Banda della Magliana, definitivamente trasformate in Mafia Capitale”.

I NUMERI DI MAFIA CAPITALE. Ai 46 imputati, che verranno giudicati nel corso del maxi processo, se ne aggiungono nove con rito abbreviato (quattro dei quali già giudicati), e quattro pronti al patteggiamento. Oltre 130 le udienze fissate nei prossimi nove mesi nell’aula bunker di Rebibbia, nel corso delle quali verrà sviscerata un’indagine che contiene migliaia di intercettazioni telefoniche e ambientali. Circa settanta persone verranno chiamate a testimoniare dall’accusa e sono un centinaio gli indagati la cui posizione è ancora al vaglio degli inquirenti.

PIÙ DI SETTANTA TESTATE ACCREDITATE, TRA ITALIANE E STRANIERE. Sono oltre settanta le testate giornalistiche accreditate per seguire il dibattimento. Ottanta gli accrediti per telecamere e fotografi. Tanti anche i media stranieri che seguiranno le udienze che, eccezion fatta per la prima, a piazzale Clodio, si svolgeranno nell’aula bunker di Rebibbia già teatro di processi storici come quelli su Ustica, P2, Brigate Rosse e il caso Cucchi.

VIDEOCONFERENZA PER CARMINATI, BRUGIA E BUZZI, TRASFERITI A REBIBBIA GLI ALTRI DETENUTI. Una quindicina di detenuti, imputati nel processo a Mafia Capitale, sono stati trasferiti nelle ultime ore da varie carceri italiane a Rebibbia, come disposto nei giorni scorsi dalla decima sezione penale del tribunale di Roma. La decisione è stata presa per permettere agli imputati di essere presenti alle udienze. Non potranno invece seguire fisicamente il processo Massimo Carminati, detenuto in regime di 41 bis presso il carcere di Parma, Salvatore Buzzi e Riccardo Brugia, vicino a Carminati e presunto custode delle armi del gruppo criminale, mai trovate da chi indaga.

All’udienza di domani a piazzale Clodio, non ci saranno gli imputati detenuti in carcere ma sarà probabilmente presente almeno una parte dei 22 agli arresti domiciliari. Tra di loro alcuni ex amministratori locali come l’ex capogruppo Pdl in Regione Lazio Luca Gramazio, l’ex presidente dell’Assemblea capitolina, Mirko Coratti, l’ex presidente del municipio di Ostia Andrea Tassone; e gli ex consiglieri comunali Pierpaolo Pedetti del Pd, e Giordano Tredicine del Pdl.

ENTI E ASSOCIAZIONI PRONTI A COSTITUIRSI PARTI CIVILI. Domani, come già nelle prime udienze dei riti abbreviati Comune di Roma e Regione Lazio si costituiranno parti civili contro il ‘mondo di mezzo’. Oltre alle due amministrazioni chiederanno i danni l’azienda romana dei rifiuti (Ama) e tante associazioni: da Libera, a Cittadinanzattiva, alla Antonino Caponnetto. Saranno in aula anche le associazioni Asgi (Associazione studi giuridici sull’immigrazione), Lunaria, Laboratorio 53 e Yo Migro: anche loro chiederanno di costituirsi parte civile insieme ad alcuni singoli richiedenti asilo e giovani cittadini stranieri.