di Donatella Di Nitto

Roma, 14 dic. (LaPresse) – Gli appelli quasi accorati, a partire dallo stesso Capo dello Stato, Sergio Mattarella, per colmare il vulnus della Corte Costituzionale sono caduti nuovamente nel vuoto. La trentesima votazione di oggi si è conclusa infatti con la trentesima fumata nera, anzi nerissima se si contano gli assenti. Sono stati infatti 632 i votanti, quasi 200 in meno rispetto all’ultima votazione, che ne aveva registrati 819, e 239 mancati rispetto alla quella precedente che aveva raggiunto quota 871. Da domani quindi si parte con le sedute del Parlamento a convocazione quotidiana alle 19, con la speranza che si trovi una intesa politica capace di portare almeno all’elezione di un giudice.

Oggi comunque a vincere sono state le schede bianche, in tutto 444, anche se il risultato era stato ampiamente annunciato. Questa mattina infatti i gruppi della maggioranza e Forza Italia avevano dato indicazione di abbandonare l’ultima terna, quella formata da Augusto Barbera (Pd), Francesco Paolo Sisto (Fi) e Isa Nicotra (Centristi), per sposare la scheda immacolata. Nel segreto dell’urna però qualcono ha deciso di non seguire l’ordine di scuderia visto che Barbera ha ottenuto 11 preferenze e Francesco Paolo Sisto 16. Dalle fila dei centristi ritona il nome di Gaetano Piepoli che oggi ha raggiunto quota 26. Il più votato è stato il candidato del Movimento 5 Stelle Franco Modugno con 110 voti.

TRATTATIVE IN CORSO. La scelta della scheda bianca, spiegano alcuni parlamentari potrebbe essere sintomo di un vero e proprio confronto tra i gruppi con, questa volta, trattative tese a trovare la quadra. Dal Partito democratico fanno sapere che il candidato resta Augusto Barbera e che la scheda bianca di oggi era sintomo di che è “alla ricerca di un accordo tra tutti i gruppi”. Il vero problema, secondo quanto confermano dal Movimento 5 Stelle, sarebbe infatti Francesco Paolo Sisto, candidato azzurro. Un altro nome dal partito di Berlusconi, purchè autorevole, troverebbe l’appoggio anche dei pentastellati. La scelta potrebbe essere quello di Raffaele Squitieri, attualmente presidente, in scadenza, della Corte dei conti, sponsorizzando da Gianni Letta.

L’APPELLO DI BOLDRINI E MATTARELLA. Proprio oggi la presidente della Camera Laura Boldrini ha auspicato una intesa perché “questa inconcludenza logora la dignità del Parlamento”. Il Capo dello Stato invece solo qualche giorno fa aveva avvertito che nella Consulta “vuoto non può continuare” e che la “mancanza di oltre la metà dei giudici di una componente altera l’equilibrio voluto dai Costituenti e questa condizione aggiunge un ulteriore aspetto di gravità allo stallo che si registra”. Mattarella, dalle pagine del Messaggero, aveva anche posto l’accento sul fatto che “ogni passaggio a vuoto incide negativamente sulla sua autorevolezza e sulla valutazione della sua capacità di funzionamento”.

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