di Matteo Bosco Bortolaso

Roma, 15 dic. (LaPresse) – Sulla legge di Stabilità la commissione Bilancio della Camera ha corso una maratona di oltre trenta ore: le discussioni, iniziate lunedì mattina, sono proseguite per tutta la giornata di martedì. I più ottimisti sostengono che i lavori termineranno entro mercoledì, aprendo la strada al passaggio in aula già giovedì. Per lunedì prossimo, comunque, è già in calendario il ritorno al Senato. Durante la maratona notturna, in commissione sono volate parole grosse contro il Governo. A parere delle opposizioni, l’esecutivo avrebbe tentato “favori”, “mance”, “mancette” e “marchette” a chi è vicino al premier Matteo Renzi.

Al centro della polemica, in particolare, l’aeroporto di Firenze. Il deputato del Movimento 5 Stelle Giorgio Sorial denuncia che nella notte tra lunedì e martedì “una manina governativa si è fatta largo tra i fogli della legge di stabilità, sotto forma di un emendamento dei relatori Melilli (Pd) e Tancredi (Ncd), con l’obiettivo di dare una corsia preferenziale alla costruzione dell’aeroporto di Firenze, concedendo esoneri alla valutazione di impatto ambientale e bypassando ogni valutazione di conformità paesaggistica e urbanistica”. Sorial sostiene su Facebook che “si vuole a tutti i costi costruire questo aeroporto” perché “le società coinvolte sono quelle che hanno finanziato Renzi in campagna elettorale”.

Per il parlamentare, i finanziatori del premier “hanno dato 50 milioni a Renzi, e ne ricevono così 150 (pubblici) in cambio”. Viene poi chiesto retoricamente: “Chi è il presidente della società che gestisce l’aeroporto? Il fido Marco Carrai, un braccio destro del premier e procacciatore di finanziamenti nelle campagne elettorali”. Il deputato, membro della commissione Bilancio della Camera, scrive che il suo gruppo ha “parato queste porcate che altrimenti sarebbero passate senza batter ciglio, proprio come è sempre successo in parlamento prima che arrivasse il Movimento 5 Stelle”.

Tantissimi gli emendamenti discussi oggi: l’autorizzazione di una spesa di 10 milioni di euro per Radio Radicale; la riduzione del taglio ai patronati, ridotto da 28 a 15 milioni; ulteriori proroghe – ma solo se avanzeranno fondi dalle risorse già stanziate – per l’opzione donna. Quest’ultima prevede la possibilità di andare in pensione con almeno 57 o 58 anni di età e 35 di contribuzione a patto di optare per il calcolo totalmente contributivo della pensione.

E’ stato inoltre dato il via libera al pagamento con il bancomat anche sotto i 30 euro e al pacchetto ‘Cultura&Sicurezza’ annunciato dal Renzi: luce verde quindi alla card da 500 euro che i 18enni potranno usare per spese culturali e agli 80 euro per le forze dell’ordine. Alla vigilia di uno sciopero dei medici, la ministra della Salute, Beatrice Lorenzin, ha assicurato che il governo ha trovato i fondi grazie a “risparmi generati da altri provvedimenti entrati in stabilità: su appropriatezza, centrali uniche di acquisto, piani di rientro delle Asl in deficit”.

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