Roma, 16 dic. (LaPresse) – E’ una vera e propria lite quella che va in scena nell’aula della Camera tra il presidente del Consiglio Matteo Renzi e il capogruppo Fi Renato Brunetta. Il premier ha replicato all’accusa di aver riempito la legge di stabilità di “mance” e “marchette” mossa dal deputato azzurro, che però non ha gradito. “Il fatto che lei urli in quest’aula non può che rendere disgustoso agli occhi degli studenti il suo intervento – ha allora attaccato Renzi -. Ma non mi fermerà, non bloccherà il mio intervento. Noi tra Brunetta e la povera gente staremo sempre con la povera gente”.
Lo scontro tra Renzi e Brunetta si è poi riacceso nelle ‘seconde file’ dei rispettivi schieramenti. E’ Elio Vito ad intervenire in difesa di Brunetta, chiedendo conto alla presidente di turno, Marina Sereni, che avrebbe – secondo la sua interpretazione dei fatti – diffidare il presidente del Consiglio di non rivolgersi direttamente al capogruppo di FI ma alla presidenza, come prevedono i regolamenti d’aula. “E’ stato Brunetta a urlare”, ha replicato Caterina Bini, vicecapogruppo dem. “In sede di replica è del tutto fisiologico che il Governo si rivolga agli interventori piuttosto che alla presidenza”, ha quindi spiegato la vicepresidente Sereni nel tentativo di riportare la calma in aula.
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