Roma, 21 dic. (LaPresse) – “Dobbiamo aver cura della Repubblica”. Questo l’appello del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel corso del suo intervento al Quirinale per lo scambio di auguri con le alte cariche dello Stato. “Averne cura – spiega il capo dello Stato – non è un compito soltanto delle rappresentanze politiche o di chi esercita funzioni di governo. La Repubblica vive nei servizi che la sanità e la scuola rendono ai cittadini, nelle funzionalità e celerità della giustizia, nel valore della pubblica amministrazione, nell’impegno del mondo del lavoro, nel sostegnio alle famiglie, specie numerose”.

ACCERTAMENTO RESPONSABILITA’. “Di fronte a gravi recenti episodi, relativi ad alcune banche locali, che hanno suscitato comprensibile preoccupazione, si stanno approntato interventi di possibile sostegno, valutando caso per caso” per questo “occorre un accertamento rigoroso e attento delle responsabilità“. Così il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel suo intervento al Quirinale per lo scambio di auguri con le alte cariche dello Stato. “Sono di importanza primaria – ribadisce il capo dello Stato – la trasparenza, la correttezza e l’etica degli intermediari, bancari e finanziari”.

SISTEMA CREDITIZIO SOLIDO. Sullo scandalo delle quattro banche italiane “oltre a rafforzare le cautele e le regole, bisogna incentivare progetti e iniziative di educazione finanziaria. In questo senso sta utilmente operando la Banca d’Italia”. Mattarella ha sottolineato: “Il nostro sistema creditizio ha resistito ai colpi della crisi, dimostrandosi più solido di altri. Lo attesta il fatto che non abbiamo dovuto effettuare salvataggi bancari miliardari, a differenza di quanto avvenuto per banche di altri Paesi dell’Unione europea, dove debiti privati sono stati trasformati in debiti pubblici”.

RISPETTO COMPENTENZE. “Il rispetto delle competenze altrui costituisce la migliore garanzia per la tutela delle proprie attribuzioni”. Secondo il capo dello Stato infatti, “è confortante constatare come questa collaborazione sia abitualmente praticata. Talvolta si registra invece con petizione, svrapposizione di ruoli, se non addirittura conflitto, e questo genera sfiducia, oltre a indebolire la società nel dispiegarsi delle sue potenzialità e a disorientarla riguardo al concreto esercizio dei diritti”.

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