I provvedimenti per licenziare i 'furbetti del cartellino' in Cdm, ma per Camusso esistono già

Le norme per licenziare i fannulloni della pubblica amministrazione, che verranno discusse dal Consiglio dei ministri mercoledì? Misure simili, in realtà, "esistono già" e il Governo dovrebbe spiegare perché non funzionano. Risponde così il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, parlando a margine della presentazione della Carta dei diritti universali del lavoro, alla stazione di Roma Termini.

I DECRETI ATTUATIVI. A scatenare la polemica, dopo l'ormai celebre caso del Comune di Sanremo, dove si timbrava il cartellino per poi andare a vogare in canoa o tornare a casa, sono nuovi episodi romani. Nei giorni scorsi, infatti, le telecamere a circuito chiuso del Museo delle arti e tradizionali popolari della capitale, in zona Eur, hanno pizzicato alcuni dipendenti che passavano il badge senza poi  lavorare. Anzi, c'era chi andava a vendere ortaggi e frutta nel negozio di famiglia. Giovedì scorso, poi, una troupe della trasmissione 'PiazzaPulita' di La7 ha beccato impiegati comunali che, dopo la timbratura del cartellino, andavano a bersi un caffè al bar, o addirittura tornavano a casa.

FUORI IN 48 ORE. Già a 'PiazzaPulita', giovedì scorso, un collega di Camusso, il sindacalista Piero Bernocchi dei Cobas, sottolineava che le norme per licenziare esistono già. Il vero cancro, ripeteva, era l'intrusione della politica nel comparto pubblico. L'indomani, il premier Renzi assicurava che i fannulloni, anzi, i 'truffatori', sarebbero sati allontanati "immediatamente", in "48 ore": sembra comunque che verranno sospesi, e non licenziati, nel giro di due giorni. "Ci sarà una proposta di norma nell'ambito della riforma della Pubblica amministrazione che prevede il licenziamento per i dipendenti pubblici che timbrano e poi se ne vanno – aveva spiegato il premier -. Il dirigente che non procede al licenziamento rischia lui stesso di essere mandato a casa".

'UNA CAMPAGNA DI PROPAGANDA'. Per Camusso, Bernocchi, e pure per Maurizio Landini della Fiom, quella del Governo sembra più che altro un'abile mossa di comunicazione politica. Le regole per licenziare i cosiddetti fannulloni, ha detto la segretaria Cgil, "ci sono già: mi piacerebbe che il governo dicesse perché non funzionano: sennò è una campagna, si chiama propaganda". Il segretario generale della Cgil vede il rischio di "inventare una campagna che faccia sembrare che i 3 milioni di lavoratori del pubblico impiego siano tutti nulla facenti, dei truffatori dello Stato: così si fa del male". I nodi verranno al pettine quando si vedranno i nuovi testi, ma dal ministero per la Pubblica amministrazione si fa già notare che, a fronte di circa 700mila procedimenti disciplinari avviati, solo 200 terminano con il licenziamento. Insomma, le norme non funzionerebbero.

LA CARTA UNIVERSALE E IL JOBS ACT. Davanti alle bandiere rosse del sindacato, accanto a un grande bus che girerà l'Italia per sondare gli umori degli iscritti della Cgil, la segretaria generale è intervenuta per presentare la 'Carta dei diritti universali del lavoro'. Si tratta, ha spiegato Camusso, di uno strumento che "non guarda al passato ma al futuro", che vuole includere i lavoratori con tutti i tipi di contratto possibili, precari o stabili, e garantire i diritti essenziali. Attraverso la "consultazione straordinaria" con l'autobus sindacale, la carta verrà sottoposta ai lavoratori, per poi diventare una proposta di legge. L'obiettivo, ha spiegato la segretaria generale, non è contrapporre la carta al Jobs act perché "non vogliamo schiacciarci sulle polemiche del giorno". Non verrà quindi chiesta l'abrogazione totale della riforma del lavoro voluta da Renzi, ha detto Camusso, precisando però che seguendo le linee guida della carta si potrà richiedere l'abrogazione di singoli elementi del Jobs act.

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