E sulla moda dice: "Non è un divertissement per pochi. Basta con i luoghi comuni"
Prima l'inaugurazione di Milano Moda Donna, poi un pranzo con una platea di imprenditori, stilisti e addetti ai lavori e, nel pomeriggio, la presentazione del progetto 'Humane Technopole, Italia 2040' per il post Expo al Teatro Piccolo. Giornata anche milanese per il premier Matteo Renzi, dopo la mattinata passata all'Icr (Industrie cosmetiche riunite) di Lodi. "Il futuro che ci aspetta non è fatto di vincoli o regoline, ma di curiosità e innovazione. L'Europa o è questo o smette di essere l'Europa", ha detto al Piccolo. E, parlando di 'Humane Technopole', il presidente del Consiglio ha assicurato all'Iit di Genova che "siamo pronti a rendere in legge e testo la stabilità decennale" del progetto in una città come Milano che – si è detto convinto – ha le carte in regola per guidare l'Italia al cambiamento. Presenti, tra gli altri, i ministri dell'Agricoltura, Maurizio Martina, e dell'Istruzione, Stefania Giannini, oltre all'ex commissario unico di Expo, Giuseppe Sala, il sindaco Giuliano Pisapia e il governatore lombardo, Roberto Maroni.
'POCHE CHIACCHIERE, NON PIANGERSI ADDOSSO'. "Questo progetto per il post Expo, alto e ambizioso, per cui c'è il bisogno di tutti – ha spiegato l'inquilino di Palazzo Chigi – ha più di un ambito di azione, che possiamo definire 'petaloso' come la parola coniata da un bambino di 8 anni, di nome Matteo, ammessa dall'Accademia della Crusca nel dizionario italiano. Tre mesi fa c'era qualche mah, beh, buu. Sarà il tempo a decidere. Stiamo per fare un grande progetto dell'area Expo. Abbiamo alle spalle il trionfo di Expo, l'Italia vuole il meglio, perché merita il meglio ed è in grado di dare il meglio". E ancora: "Quello che ci deve caratterizzare è una fame senza fine di avere un progetto serio. L'Italia non è uno dei tanti Paesi in Europa", ma "quest'occasione ci educhi" a pensare "da qui alle elezioni che sono fra due anni di discutere sui grandi progetti per aiutare il sistema Italia. Facciamola finita – ha sentenziato Renzi – con questo atteggiamento rinunciatario e remissivo. Questo progetto può aiutarci. Smettiamo di piangerci addosso". Per poi sintetizzare: "Poche chiacchiere. Tre mesi fa era un progetto e, fra tre mesi, deve essere un cantiere".
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