Alfano: I nostri investigatori devono essere direttamente coinvolti, partecipare a interrogatori e verifiche fatti dai colleghi del Cairo

"Un pensiero speciale alla famiglia di Giulio Regeni, il giovane italiano ucciso in circostanze ancora tutte da chiarire al Cairo quasi due mesi fa. Un pensiero accompagnato da un impegno: l'Italia non si accontenterà di nessuna verità di comodo". Lo scrive il premier Matteo Renzi nella sua eNews alla vigilia di Pasqua, ricordando il giovane ricercatore italiano ucciso in Egitto e riferendosi alle contestate indagini in corso rispondendo all'appello della famiglia che chiede l'impegno del governo per la verità. "Consideriamo un passo in avanti importante – aggiunge il presidente del Consiglio – il fatto che le autorità egiziane abbiano accettato di collaborare e che i magistrati locali siano in coordinamento con i nostri, guidati da una figura autorevolissima come il procuratore di Roma Pignatone e accompagnati da investigatori di prim'ordine. Ma proprio per questo potremo fermarci solo davanti alla verità. Non ci servirà a restituire Giulio alla sua vita. Ma lo dobbiamo a quella famiglia. E, se mi permettete, lo dobbiamo a tutti noi e alla nostra dignità".

Incalza anche il ministro dell'Interno Angelino Alfano, in un'intervista al Corriere della Sera. Per Alfano le indagini egiziane non sono sufficienti e "a questo punto i nostri investigatori devono essere direttamente coinvolti, partecipare a interrogatori e verifiche fatti dai colleghi del Cairo. Il nostro occhio è indispensabile". E sull'ipotesi del ritiro dell'ambasciatore italiano al Cairo spiega: "Tra un gesto simbolico e la verità io preferisco percorrere la strada che ci porta alla sostanza della vicenda e cioè sapere che cosa è accaduto. Ciò non vuol dire che resteremo a guardare. Io voglio ribadire ai genitori di Giulio e ai cittadini che il governo italiano avrà il nome degli assassini".

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