E sul Brennero: "Nessun elemento giustifica la chiusura"

Stabilizzare l'area del Mediterraneo, a partire dalla Libia, e "mettere la parola fine" all'emergenza migranti non sono più priorità sono italiane. Dopo la conclusione del vertice informale di Hannover Matteo Renzi non nasconde la sua soddisfazione. Nel castello di Herrenhausen, il presidente del Consiglio si è seduto al tavolo con il presidente Usa Barack Obama, la cancelliera tedesca Angela Merkel, il premier britannico David Cameron e il presidente francese Francois Hollande. Dal summit arriva il sostegno "pieno" e "unanime" al Governo di Tripoli.

La comunità internazionale – sottolinea Renzi – "farà di tutto" perché lo sforzo di al-Serraj "abbia successo". L'impegno dei grandi arriva nel giorno in cui da Tripoli parte la richiesta di aiuto per la protezione dei pozzi petroliferi. "Quando il Governo Serraj dovrà formalizzare le richieste troverà nell'Italia un partner sensibile", assicura Renzi, che precisa però che l'sos non riguarda i giacimenti Eni. Il premier italiano spinge i leader del G5 a un'intesa anche sul fronte immigrazione. Un accordo con la Libia "ridurrà il traffico dei migranti – spiega – Se si fa è tutta un'altra musica". Musica che, tuttavia, sottolinea, non è quella che propongono i media. "È fondamentale – è l'inciso – che la realtà sia più forte di ogni allarmismo". La situazione va monitorata e tenuta sotto controllo, ma i numeri sono diversi da quelli che si leggono, con gli arrivi "in diminuzione rispetto al 2014 e uguali al 2015". Per fronteggiare l'emergenza arriva poi l'importante apertura di Barack Obama ad un possibile impiego dei mezzi Nato per bloccare il traffico di uomini e le operazioni degli scafisti. Ecco allora che, per il premier italiano, diventa "molto semplice" anche la questione del Brennero: "non c'è alcun elemento" che ne giustifichi la chiusura, attacca, dicendosi fiducioso che le autorità austriache non potranno che rispettare le normative Ue. "Se così non fosse – assicura – sarà l'Ue a prendere le decisioni conseguenti".

Renzi non ha dubbi anche sulla strada da prendere per contrastare l'ascesa della destra xenofoba anti migranti e anti Ue, vittoriosa in Austria: "contro il populismo" bisogna "investire nella crescita", senza giocare "sulla difensiva ma all'attacco".  A spingere i leader europei verso maggiori sforzi sulla crescita anche Barack Obama: "Tutti dovremmo investire di più in infrastrutture e in ricerca", dice al termine della sua due giorni ad Hannover. Il presidente Usa, prima di tornare a Washington, suona la carica per il Vecchio continente: "Sono qui per dirvi che il mondo e gli Stati Uniti hanno bisogno di una Ue forte, prospera e democratica", sottolinea. Di più: l'Europa unita, aggiunge, "era un sogno per pochi ed è diventata una speranza per molti", non bisogna "dare niente per scontato". Renzi sottoscrive.

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