L'intreccio con la politica cresce "in parte perché nelle amministrazioni ci sono soldi ed è venuto meno il controllo sociale"
"L'infiltrazione delle mafie negli enti locali non è una novità, ma a giudicare dalle indagini, è più accentuata". Così il procuratore capo di Roma Giuseppe Pignatone intervenuto all'iniziativa 'A mano disarmata, forum internazionale dell'informazione contro le mafie', all'Auditorium Parco della musica di Roma. L'intreccio tra mafia e politica cresce "in parte perché nonostante la crisi nelle amministrazioni ci sono soldi e poi perché è venuto meno il controllo sociale", aggiunge Pignatone sottolineando che "oggi quasi in ogni operazione antimafia troviamo un amministratore locale coinvolto". "Se penso alle centinaia di morti ammazzati dalla mafia a Napoli, Reggio Calabria e in Sicilia negli anni Settanta e Ottanta, fino ai primi Novanta, la situazione di oggi è diversa e molto variegata", sostiene Pignatone secondo il quale in tema di lotta alla mafia "tantissimo è stato fatto ma tantissimo c'è ancora da fare". Il magistrato sottolinea come in alcune aree d'Italia "come la Lombardia" ancora spesso si neghi l'esistenza stessa della mafia.
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