"Fu sua la legge sul reato di associazione mafiosa", dice il presidente del Senato. Mattarella: Anticorpi a mafie ci sono
Trentaquattro anni fa veniva ucciso dalla mafia Pio La Torre, sindacalista siciliano, parlamentare e, all'epoca, segretario regionale del Pci. Una vita, la sua, contro la criminalità organizzata e i poteri forti. Morì la mattina del 30 aprile 1982 in via Li Muli insieme al collaboratore Rosario Di Salvo.
ANTICORPI CI SONO. "Gli anticorpi alle mafie ci sono: dobbiamo svilupparli e fare in modo che operino insieme, in alleanza tra loro". E' quanto si legge nel messaggio inviato dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, al presidente del Centro Studi e Iniziative Culturali 'Pio La Torre', Vito Lo Monaco. "Tanto più questo principio vale oggi, quanto più diffusi sul territorio nazionale sono i tentativi di condizionamento e di infiltrazione", sottolinea Mattarella. "Pio La Torre – spiega il capo dello Stato – ha testimoniato con il suo impegno politico che le mafie, con il loro disegno di sottomettere le funzioni pubbliche e la società possono essere duramente colpite ogni volta che si realizza una convergenza tra le forze migliori della comunità".
REATO DI ASSOCIAZIONE MAFIOSA. "Passano gli anni, non il ricordo. Era tornato nella sua Sicilia perché l'amava e non poteva sopportare di vedere la sua terra martoriata dallo strapotere delle cosche. Per questo Pio La Torre fu ucciso insieme al suo collaboratore Rosario Di Salvo, il 30 aprile di 34 anni fa. Fu sua la proposta di legge, approvata solo dopo la sua morte, che ha introdotto nel nostro ordinamento il reato di 'associazione mafiosa' e, sempre a lui, dobbiamo le norme che prevedono il sequestro e la confisca dei beni ai mafiosi". Lo scrive su Facebook il presidente del Senato, Pietro Grasso.
RENZI: UN FIORE DOVE FU UCCISO. "Ho fatto un gesto cui tenevo, sono andato a portare un fiore dove Pio La Torre venne ucciso". Lo ha detto il premier Renzi da Palermo.
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