Posizione comune contro la chiusura del Brennero, divergenze su come finanziare la gestione dei migranti

Italia e Germania "vincono o perdono insieme". Il messaggio di Matteo Renzi dopo l'incontro con la cancelliera tedesca Merkel a palazzo Chigi è chiaro: dal Migration Compact al Trattato di libero scambio tra Europa e Usa, fino agli impegni economici, i due Paesi dovrebbero procedere uniti. Una dichiarazione di intenti che impegna anche il gigante tedesco con cui, annuncia il premier, "lavoreremo insieme per il G7 del 2017" per "affrontare insieme le questioni internazionali". E sempre con la Germania si terrà un bilaterale quest'estate a Maranello. 

Turchia, Austria e la questione migranti al centro della conferenza stampa dei due leader. "Siamo impegnati perché l'accordo con la Turchia possa essere ulteriormente incoraggiato", ha precisato Renzi subito dopo le dimissioni del primo ministro turco Davutoglu, firmatario dell'accordo sui migranti. Sul Brennero, la posizione dell'Austria "è contro la logica, contro la storia – dice Renzi -, sono posizioni ingiustificate: non c'è nessuna emergenza". E Merkel di rimando: "No alla chiusura dei confini, bisogna rispettare la dignità delle persone e occorre ripartirne gli oneri". La cancelliera ha poi apprezzato il contributo dell'Italia per gli hotspot. "O difendiamo tutti insieme i confini esterni o ricadiamo nel nazionalismo – ha precisato -. Lo spirito giusto è quello che ha portato all'accordo con la Turchia, ora il problema è la Libia". 

L'asse italo-tedesco si salda contro il leader dell'Fpo, l'estrema destra dell'Austria, Heinz-Christian Strache, che ha dato a Renzi e a Merkel degli 'scafisti di Stato'. "Non entro nella campagna elettorale austriaca – dice Renzi – e non replico dal punto di vista politico. Chi ha visto i bambini morti nelle stive delle navi nel Mediterraneo, chi ha visto partorire sulle navi della Guardia Costiera italiana, sa che sentirsi dare degli scafisti di Stato è una frase vergognosa che dovrebbe far riflettere le persone perbene che vivono in Austria". "La posta in gioco è rispettare la dignità dell'uomo non solo in Germania – ha rincarato Merkel -. Va affermata una dignità globale a livello europeo".

Su come affrontare la crisi migratoria, tra Germania e Italia, molte convergenze sui principi ma "ci sono dei punti su cui non siamo d'accordo, come le forme di finanziamento", precisa Renzi. Il riferimento è agli eurobond con cui l'Italia vorrebbe finanziare il Migration compact e rispetto al quale la Germania si è già detta contraria. Non un problema fondamentale, però, come precisa Renzi, a cui importa la sostanza: vale a dire l'aiuto all'Africa. Sui migranti, Merkel ha affermato di "stimare molto gli impulsi importanti dati dall'Italia con il Migration compact: siamo dello stesso parere, anche se abbiamo idee diverse sugli strumenti di finanziamento". "Questo non vuol dire che non si debba lavorare insieme per avere la stessa filosofia che ha ispirato l'accordo con la Turchia, e occorre una strategia per l'Africa come c'è stata per la rotta Balcanica", ha chiarito la cancelliera. Non solo. Italia e Germania "possono lavorare assieme, anche in vista del consiglio Ue di giugno", ha precisato la Cancelliera, su "iniziative congiunte come il ruolo del Niger nei flussi migratori, la stabilizzazione della Libia, la guardia costiera comune, o come aiutare la Tunisia". 

Angela Merkel ha inoltrre espresso apprezzamento per le riforme realizzate dal governo Renzi: "Le stimo molto", ha detto. "Il Jobs act è un percorso giusto", ha spiegato Merkel, secondo cui le riforme costituzionali per avere "una struttura statale molto più efficiente, con un ruolo diverso del Senato, credo sia la direzione in cui dobbiamo andare, non solo in Italia, ma anche in Germania". Sul Ttip c'è poi stato un siparietto. Interpellata in merito a un sondaggio che dà il 70 per cento dei tedeschi scettici rispetto all'accordo, Merkel ha precisato che il Trattato di libero scambio "può creare posti di lavoro" e "vantaggi molto netti". E ha aggiunto: "Il compito di un politico è anche convincere, noi dobbiamo continuare a convincere i tedeschi. Ma – ha aggiunto la Cancelliera, rivolgendosi a Renzi con un sorriso – credo che altrettanto debba fare l'Italia", riferendosi alle proteste che l'accordo suscita nel nostro Paese. E il premier ha replicato: "I agree", "Sono d'accordo". 

Una stoccata finale, quindi, al governatore della Banca centrale tedeasca, Jens Weidmann, che ha criticato duramente l'Italia. "L'Italia è tornata – ha sottolineato Renzi -, non ha voglia di mettere bandierine sui risultati, ma siamo certi che quello che c'è da fare lo sappiamo da soli, lo decidiamo con i partner Ue e non ce lo facciamo dire da governatori di banche straniere". "Il presidente della Bundesbank – ha rincarato il premier – non ha creato concitazione in Italia. La stagione delle dichiarazioni dall'esterno che creavano fibrillazioni in Italia è finita".

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