L'ex presidente: "Bisogna chiedersi chi vuole e chi non vuole, tra i 27, l'avanzamento dei princìpi comuni europei"

Roma, 25 giu. (LaPresse) – "Il referendum è stato un azzardo sciagurato. All'Inghilterra non era stato imposto nulla, essa era rimasta fuori per propria scelta da molte decisioni comuni. Istanze di rinnovamento delle istituzioni e delle politiche europee potevano esser fatte valere pienamente all'interno dell'Unione, senza lanciare la sfida della possibile fuoriuscita". Così il presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano, intervistato dal Corriere della Sera. "Siamo in una fase storica, non solo in Europa, in cui possono ingannare le più contraddittorie proteste e promesse. Vedranno gli inglesi sulla loro pelle quali presunti vantaggi e quali reali danni potranno ricavare da questa rottura. Ma adesso nessuno nell'Unione Europea potrà dire che non si può andare avanti più decisamente sulla linea dell'integrazione perché gli inglesi ce lo impediscono", prosegue Napolitano.

"Bisogna chiedersi chi vuole e chi non vuole, tra i 27, questo avanzamento a viso aperto dei princìpi dell'interesse comune europeo, della sovranità condivisa a livello sovranazionale, dell'impegno a portare avanti fondamentali politiche comuni. Nello stesso tempo bisogna prepararsi ad avere un'area di collaborazione con i Paesi che intendono restare nell'Unione, senza partecipare ai processi di sempre più stretta unione anche politica", aggiunge Napolitano.

Quella del Regno Unito scelta reversibile? "Al momento no, chi ha scagliato la pietra non può ritirare il braccio. Secondo il trattato dovrà aprirsi un negoziato che giuridicamente sancisca l'uscita e ormai può trattarsi solo di un negoziato per adeguare al dopo referendum il sistema di relazioni con l'Inghilterra. Non più, come avremmo voluto, all'interno dell'Unione, ma con chi ne è rimasto irreversibilmente fuori", risponde Napolitano.
"Ci sono valutazioni accurate secondo le quali l'Italia potrebbe subire conseguenze negative per la sua economia meno di altri Paesi, più intrecciati con l'economia inglese, come la Germania e la Francia. Comunque penso che i governi dei tre maggiori Paesi fondatori e le istituzioni dell'Unione, a cominciare dalla Bce, fortunatamente guidata da un grande presidente come Mario Draghi, stiano lavorando a tutte le misure immediate volte a evitare effetti a catena", dice Napolitano.

 

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata