"Su Mps c'è responsabilità politica della sinistra romana e senese. Un disastro che non deve cadere su cittadini"

"Noi come Governo abbiamo messo le mani in una situazione difficilissima con un obiettivo chiaro: via la politica dalle banche. Via i meccanismi allucinanti delle popolari dove qualcuno faceva campagna elettorale per il rinnovo dei cda attraverso la concessione di credito". Lo ha detto il premier Matteo Renzi in un'intervista pubblicata stamane da 'Repubblica'. E per farlo la riforma delle popolari del gennaio 2015 segna una svolta storica in Italia. Mi piacerebbe che ci fosse più onestà intellettuale nel riconoscerlo", ha aggiunto il premier al quotidiano.

CASO MPS. "Su Mps, non prendiamoci in giro: le responsabilità di una parte politica della sinistra, romana e senese, sono enormi. Da Banca121 in poi certe scelte sono state un suicidio, voluto da una politica impicciona e incapace sia a livello territoriale che nazionale", ha spiegato Renzi.

"Quando gli altri Paesi come Gran Bretagna, Germania e Spagna hanno salvato le banche – ha aggiunto il premier – non c'erano vincoli Ue. Li hanno messi nel 2013. Oggi ci sono dei vincoli complicati da spiegare. In soldoni: se vogliamo fare un intervento pubblico, bisogna che paghino anche i cittadini. E io non voglio che per le responsabilità dei politici del passato, e dei banchieri del passato, paghino i cittadini di oggi. Non è un fatto di consenso, è un fatto di giustizia. Paghi chi ha sbagliato, non la gente comune", ha spiegato Renzi.

"A me interessa proteggere il correntista e il risparmiatore – ha precisato il presidente del Consiglio – Devono sapere che in Italia c'è un governo che si occupa di loro, non delle poltrone dei consigli di amministrazione delle banche come accaduto troppo spesso in passato".

Alla domanda se la Cassa depositi e presititi, intervenuta di recente in casi spinosi con finanziamenti ad hoc sia diventata il 'bancomat' del Tesoro, Renzi ha risponsto che non è così, mentre sui dubbi sollevati dalla Corte dei conit sul ruolo di Cpc come finanziatore di iniziative politiche e industriali Renzi ha aggiunto: "Rispetto la Corte dei Conti, ma la realtà è un'altra. Cdp si sta muovendo in totale ossequio alle leggi italiane e alle regole europee". "Il fatto che (Cassa depositi e prestiti) possa dare una mano, oggi in Atlante o domani in Ilva, è a sostegno dell'economia reale del Paese – ha sottolineato – Ed è totalmente in linea con la missione della Cassa. A ciascuno il suo: cosa fa la Cassa lo decidono i soci e le leggi, non la Corte dei Conti".

REFERENDUM. Renzi si è poi soffermato sulla questione del referendum affermato che "Personalizzare questo referendum contro di me è il desiderio delle opposizioni, non il mio. Per questo ho già detto che il mio contributo sarà molto chiaro: parlare solo e soltanto di contenuti, tenendomi alla larga rigorosamente da tutti i temi del dopo". Poi ha tenuto a precisare: "Questo referendum riguarda il futuro del Paese più che il mio".

Sulla data della consultazione per dire sì o no alla riforma costituzionale voluta dal premier Matteo Renzi, "penso che il Presidente Mattarella abbia detto parole definitive": essa "viene decisa sulla base di una precisa procedura che noi stiamo rispettando nel dettaglio, come peraltro è nostro dovere", ha detto Renzi . "Ottobre o novembre, cambia poco. L'importante è che i cittadini siano informati sul quesito", ha aggiunto.

AUMENTI IVA. "Purtroppo ci troviamo a fronteggiare questo meccanismo atroce delle clausole di salvaguardia", che possono causare l'aumento automatico dell'Iva "perché i governi Letta e Monti hanno disseminato di trappole le vecchie finanziarie", ha detto il premier  assicurando poi che "seguiremo la linea già tenuta fin qui scongiurando un salasso da 15 miliardi, dunque l'Iva non aumenterà". Il premier ha ribadito che "le tasse continueranno a scendere, perché andremo avanti sul taglio dell'Ires". Poi ha aggiunto "Da tre anni conviviamo con il rischio di manovre correttive, ma posso dire con certezza che non ce ne sarà una per il 2016".
 

TERRORISMO. "Dal Papa (…) fino a Hollande o Merkel. Loro hanno usato la parola guerra. "hanno usato la parola guerra. Io preferisco parlare di terrorismo. La sostanza, tuttavia, non cambia molto. E non cambia soprattutto la necessità che l'Islam moderato faccia sentire la sua voce, forte e chiara e senza alcun tentennamento". Questa la posizione di Matteo Renzi a proposito della questione del terrorismo. L'emergenza terrorismo sta scuotendo l'Europa. Qual è il rischio per l'Italia? Alla domanda posta da Repubblica, il presidente del Consiglio ha detto: "L'intelligence italiana svolge un lavoro straordinario. E insieme ai servizi voglio ringraziare le forze di polizia, i magistrati, il Viminale, tutto il sistema. Nessun Paese è a rischio zero, nemmeno noi. Ma il lavoro è certosino e costante".
Su un eventuale intervento militare per arginare il pericolo dell'Isis, Renzi ha risposto:  "La scelta del mio governo è solo quella di evitare avventure improvvisate come quella che i nostri amici francesi imposero in grande stile in Libia arrivando alla distruzione di Gheddafi ma senza un piano per il dopo".
"Le iniziative militari devono avere una strategia per il domani, non solo una tattica per l'oggi", ha aggiunto Renzi, perché "noi siamo i primi a  pagarne le conseguenze oggi".

RAI. "Non ho messo il naso in nessuna nomina Rai e non intendo farlo adesso. Abbiamo scelto come Governo un manager qualificato come Campo dall'Orto, adesso tocca a lui e alla sua squadra", ha detto Renzi. "Il paradosso è che noi non mettiamo bocca nelle scelte e siamo giudicati responsabili per tutto ciò che accade. Buffo, no?".

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