Si rincorrono le proposte e congetture sulla prossima legge di stabilità
La settimana è quella di Ferragosto, ma il pensiero corre già all'autunno, quando il governo sarà chiamato a varare la nuova manovra di finanza pubblica. Un tema talmente caldo e dibattuto da spingere il ministero dell'Economia a bollare come "prive di fondamento" le ipotesi e le cifre circolate giorni riguardo alla legge di bilancio, la cui presentazione avverrà il prossimo 15 ottobre, contestualmente a quella della legge di stabilità. "E' assolutamente prematuro ora fare congetture", ammonisceil Mef, sottolineando che i provvedimenti relativi ai conti pubblici "dipenderanno dai nuovi obiettivi di finanza pubblica contenuti nella nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza, che sarà presentata entro il 20 settembre, e dalle decisioni politiche che il governo assumerà successivamente". Tutto rimandato alla stesura del Def, quindi. In merito alla quale lo stesso ministero ha d'altra parte fatto intendere già in occasione della diffusione della stima sul Pil del secondo trimestre da parte dell'Istat che una revisione al ribasso della crescita economica stimata lo scorso aprile all'1,2% è da mettere in conto.
A chiarire in quale direzione andranno le decisioni politiche del governo ci ha comunque pensato a stretto giro il presidente del Consiglio, Matteo Renzi. "Da quando siamo al governo lavoriamo per ridurre le tasse. Lo abbiamo fatto con gli 80 euro, con il Jobs act, con l'Irap costo del lavoro, con Imu e Irap agricola, con Imu e Tasi sulla prima casa, con il superammortamento. Continueremo con la prossima legge di stabilità", ha scritto il premier su Facebook. "Per l'Italia di oggi – scrive Renzi – non conosco una ricetta migliore di abbassare le tasse e continuare con le riforme strutturali". Dure le riflessioni sul tema che arrivano dal fronte delle opposizioni. Per il presidente dei deputati di Forza Italia, Renato Brunetta, che prevede una "manovra monstre da 30-40 miliardi", la legge di stabilità "sarà lacrime e sangue per il Paese". I parlamentari del M5S di Camera e Senato dicono invece di non comprendere "di quale abbassamento delle tasse parli Renzi, a meno che non si riferisca alla lievissima flessione delle imposte dirette", scrivono i pentastellati, secondo i quali il premier "si è però dimenticato di dire che, nel frattempo, quelle indirette continuano a crescere".
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