Vertice a tre per rilanciare l'Unione europea
Un fronte comune che vada oltre i pezzi di carta ed esca dai palazzi di vetro di Bruxelles, per dimostrare a tutti che l'Europa "non è finita dopo la Brexit", non la darà vinta al terrorismo, non dimenticherà "i propri valori" seppur nella difficoltà di gestire continui flussi migratori, tornerà ad essere "la più grande opportunità" possibile per le giovani generazioni. Dopo aver dato ispirazione, 75 anni fa, ad Altiero Spinelli e Eugenio Rossi, l'isola di Ventotene diventa lo sfondo simbolico ideale per Matteo Renzi, Francois Hollande e Angela Merkel, impegnati – ribadisce il premier italiano – a "scrivere una pagina di futuro" per l'Ue.
Ripartire dai "grandi ideali" quindi, ma declinarli con concretezza: questa la rotta. Per farlo – è la ricetta che Renzi condivide con Parigi e Berlino – bisogna puntare a una migliore integrazione nell'ambito industriale, a un progetto comune sulla sicurezza, a misure forti per la crescita ("con investimenti di qualità", sottolinea il premier) e contro la disoccupazione giovanile. "Sono priorità assolute", scandisce. Avanti, quindi, nella creazione di una 'guardia costiera dell'Unione europea'. "Dobbiamo fare di più per la sicurezza interna ed esterna" dell'Ue, sottolinea la Merkel. Servono "più mezzi, più risorse, più forze di protezione", le fa eco Hollande che invita però l'Europa "anche ad accogliere chi è spinto all'esilio, mettendo spesso a rischio la propria vita". Hollande chiede poi di non dimenticare "il dramma di Aleppo", che "un giorno, se non facciamo qualcosa, sarà la vergogna della comunità internazionale". Bisogna fare di più, poi, anche sul fronte migranti. All'invito di Renzi risponde positivamente la cancelliera tedesca: "La Germania è stata contraria per anni all'europeizzazione sulla gestione dei migranti, ma ora abbiamo cambiato posizione", assicura, ricordando l'importanza dell'accordo con Ankara nella lotta agli scafisti.
Avanti poi sugli investimenti per rilanciare la crescita. Bisogna "dare futuro e lavoro alle persone, soprattutto ai giovani", sottolinea la cancelliera tedesc, che però rimanda a verifiche future la proposta francese di raddoppiare il piano Juncker. Quello delle risorse resta un nodo da sciogliere. Merkel loda e assicura sostegno alle riforme "coraggiose" fatte da Renzi – porteranno l'Italia a un futuro "sostenibile", sottolinea – ma ribadisce come i margini di flessibilità siano già contenuti nei trattati europei. "L'Italia – è comunque la sottolineatura di Renzi – è al deficit più basso degli ultimi 10 anni e continuerà in quest'opera: riforme strutturali, riduzione delle tasse e riduzione del deficit".
Più che agli "zero virgola", però, il premier italiano e gli altri due leader europei mirano a far tornare l'Europa la casa comune dei giovani. Avanti, dunque, con le risorse sul programma Erasmus e sull'aumento di scambi universitari. A formare le "élite europee del futuro", spiega Renzi, servirà poi il campus universitario che sorgerà sull'isola di S.Stefano, dove adesso c'è un carcere: "99 celle – spiega – diventeranno 99 aule".
Se nel 1941 i nemici di Spinelli erano fascisti, adesso – Renzi, Merkel e Hollande ne sono più che consapevoli – dall'altro lato della barricata ci sono i populismi e i nazionalismi. Con le debolezze e le crisi del nostro tempo, l'Ue finisce spesso sul banco degli imputati. Non sia, però, "un capro espiatorio". "Nessuno di noi – ammette il premier italiano – pensa che i problemi attuali siano risolvibili in modo facile, con lo schiocco delle dita. Tuttavia noi pensiamo che l'Europa non sia il problema, ma la soluzione. 'La via da percorrere non è facile, non è sicura – dice, citando Spinelli – Ma deve essere percorsa e lo sarà".
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