Bisogna contribuire al superamento del presente 'smarrimento'

Sono comprensibili le critiche  del premier Matteo Renzi all'Unione Europea, ma non si può fare da soli. Questo, in sintesi l'opinione del presidente emerito della Repubblica, Giorgio Napolitano, in un'intervista al 'Corriere della sera'. "Mesi fa, presentando al Senato il mio libro sull'Europa, dicevo che 'l'immagine dei 28 capi di governo che viaggiano da una riunione all'altra, spesso riprendendo le decisioni da quella precedente o rinviando tutto ancora a quella successiva' rispecchiava uno stato delle istituzioni europee ormai non a lungo sostenibile. La recente riunione di Bratislava ne è stata solo una conferma", spiega Napolitano. Quindi, per il presidente emerito, "che si sia colta quest'ultima occasione di elusività e inconcludenza per dissociarsene, come ha fatto il presidente del Consiglio italiano, magari anche per comportamenti ritenuti scorretti nei nostri confronti, è pure comprensibile ma l'occasione di Bratislava non merita particolare considerazione, né può far trascurare il quadro per altri aspetti ben più importanti e positivi".

 

Analizzando la crisi che sta scuotendo le istituzioni europee, Napolitano sottolinea quanto debba cambiare anche il ruolo dell'Italia. "Oggi la leadership della Germania federale – spiega – è premuta da una crisi della sua posizione all'interno del Paese, ma mostra anche una tendenziale perdita della sua 'capacità di orientamento' in seno alle istituzioni europee e nei rapporti con l'insieme degli Stati membri. Contribuire al superamento del presente 'smarrimento' o diaspora, ben visibile nelle difficoltà del Consiglio, è compito dei governi più consapevoli della gravità della crisi e dell'esigenza di una ricerca di soluzioni in positivo. Come il governo italiano – conclude Napolitano al 'Corriere della Sera' – le cui responsabilità si sono accresciute, pur fuori di intenti liquidatori della storica tradizione dell'intesa franco-tedesca. Per l'Italia è necessario impegnarsi concretamente su scelte volte a 'ripensare istituzioni dell'Unione, scrissi nel marzo scorso, divenute pletoriche o comunque poco governabili ed efficaci. Si imponga a tal fine o no una revisione dei Trattati'".
 

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