Il manager Panzironi, imputato per Mafia Capitale, accusato di aver favorito l'ex consulente della municipalizzata
Al centro della bufera scatenata dall'indagine sulla gestione dello smaltimento dei rifiuti romani, l'assessore all'Ambiente di Roma, Paola Muraro risponde a suon di querele alle accuse di legami troppo stretti con alcuni imputati di Mafia Capitale. Tra i denunciati per diffamazione c'è il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, per le parole con le quali ha fatto "indebiti accostamenti", dicono i legali della donna, tra lei e il cosiddetto 'mondo di mezzo'. "La mia assistita – sottolinea Alessio Palladino, legale dell'assessora – si è posta da tempo a disposizione degli inquirenti, ma speculare sulla sua vita privata o rappresentare fatti non veri è solo indice, a nostro parere, di una azione diffamatoria".
La data di un eventuale interrogatorio per chiarire la posizione dell'assessora ancora non c'è, ma è probabile che la procura deciderà quando sentirla nei prossimi giorni.
Intanto Muraro assicura di avere il pieno appoggio della sindaca Raggi."Ho il suo pieno sostegno", ha detto l'assessora a margine di un incontro, a chi le chiedeva se Raggi le avesse chiesto un passo indietro.
INDAGATO PANZIRONI. Il Corriere della Sera riporta novità a proposito dell'inchiesta rifiuti a Roma, con nuove carte che riguardano l'assessora Muraro. C'è infatti un altro manager, imputato nel processo di Mafia Capitale, accusato di aver favorito Paola Muraro quando era consulente di Ama. È Franco Panzironi, l’ex amministratore delegato della municipalizzata per i rifiuti, indagato con lei e con Giovanni Fiscon (suo successore al vertice dell’azienda) per abuso d’ufficio. L’indagine si concentra sui favoritismi che avrebbero consentito proprio a Muraro di ottenere, oltre agli incarichi da un milione e 200 mila euro in dieci anni già contestati, altri 7 contratti da «esterna» per 500 mila euro.
IMBARAZZI IN CAMPIDOGLIO MA LA SINDACA DIFENDE L'ASSESSORA. L'intera vicenda crea più di un imbarazzo al Campidoglio anche se la sindaca Virginia Raggi continua strenuamente a difendere l'assessora: oggi, in una conferenza stampa convocata per annunciare che la giunta è riuscita a recuperare 9 milioni di euro da destinare all'assistenza sociale nei municipi, Virginia Raggi ha ribadito la propria fiducia nell'operato di Muraro.
SOTTO LA LENTE DELLA PROCURA I RAPPORTI CON I DIRIGENTI AMA . Intanto a piazzale Clodio il pm Alberto Galanti e l'aggiunto Paolo Ielo proseguono l'analisi dei documenti raccolti nel fascicolo: da quelli acquisiti dai carabinieri nelle sedi di Ama, a quelli ricevuti dalla commissione parlamentare Ecomafie. La trascrizione dell'audizione di Muraro in commissione è arrivata in procura una decina di giorni fa, insieme al dossier di 1040 pagine confezionato dall'assessora: centinaia di email, schede, documenti e relazioni, sui dodici anni di lavoro di Muraro in Ama con un'attenzione particolare al biennio 2013-2015, già oggetto dell'inchiesta della procura. Proprio la delicatezza delle informazioni contenute nella relazione ha convinto la commissione Ecomafie a secretare il materiale consegnato da Muraro e ora oggetto di approfondimento da parte degli inquirenti.
Chi indaga va sempre più a fondo nei rapporti tra l'assessora, e i dirigenti dell'azienda dei rifiuti, con i quali lavorava, a cominciare da Giovanni Fiscon, ex direttore generale e oggi imputato nel processo di Mafia Capitale. Il legale di Fiscon, Salvatore Sciullo, sottolinea che l'ex dg aveva rapporti con Muraro esattamente come ne aveva con gli altri lavoratori dell'azienda. Ma è evidente che Muraro abbia avuto in Ama rapporti buoni con alcuni dirigenti, come nel caso di Fiscon, e pessimi con altri responsabili aziendali, a cominciare dall'ex amministratore delegato, Daniele Fortini.
I rapporti tra l'ex ad e l'assessora sono stati a dir poco conflittuali, fino alla rottura del 25 luglio scorso, quando lei si presentò senza preavviso, e con tanto di diretta streaming al seguito, nella sede dell'Ama chiedendo a gran voce chiarimenti sulla mala gestione della raccolta della spazzatura nelle strade capitoline e sul perché del mancato utilizzo del tritovagliatore di Rocca Cencia.
L'episodio accelerò le dimissioni che Fortini aveva già presentato subito dopo l'elezione di Virginia Raggi. Anche quel video è stato analizzato dagli inquirenti che però sono concentrati soprattutto sul periodo precedente all'incarico di Muraro in Campidoglio.
L'assessora, ai tempi della lunga consulenza in Ama, aveva la responsabilità di controllo sui rifiuti in entrata e uscita degli impianti per il trattamento meccanico biologico dei rifiuti (tmb), tra cui quello di Rocca Cencia, il cui funzionamento nel biennio 2013/15 è proprio al centro dell'inchiesta nella quale lei ed altre persone sono indagate, a vario titolo, per reati ambientali, traffico illecito di rifiuti e abuso d'ufficio.
NUOVE AUDIZIONI IN ECOMAFIE E COMMISSARI IN VISITA AGLI IMPIANTI. Intanto sulla gestione dei rifiuti a Roma la commissione parlamentare Ecomafie convocherà presto nuove audizioni, e i commissari visiteranno gli impianti di tmb a cominciare da quello di Rocca Cencia. Appare evidente che gli imbarazzi legati all'affaire 'monnezza' non si limitino solo al Palazzo Senatorio: anche tra i membri della commissione Ecomafie, il cui vicepresidente M5S, Stefano Vignaroli, è stato il principale 'sponsor' di Muraro per il ruolo di assessora, i malumori non mancano. "Sapeva che Muraro era indagata e non ci ha detto mai nulla", dice qualcuno, in commissione, in riferimento al collega, "…e poi i suoi incontri con le aziende e il fatto che ricevesse mail da Ama e Colari…avrebbe dovuto già chiarire tutto", mormora qualcun altro parlando del deputato M5S che, dopo l'audizione a Raggi e Muraro, non ha più preso parte ai lavori della commissione. In risposta alle polemiche Vignaroli ha promesso una lettera informale per chiarire la sua posizione, che gli altri commissari attendono, ma della quale al momento non c'è traccia.
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