Al premier lo spettacolo è piaciuto "molto", ha detto lasciando il teatro
Matteo Renzi si toglie finalmente la cravatta e si concede una serata, una delle poche in tre anni, lontano da palazzo Chigi. E' l'amico Alessandro Baricco a distogliere il premier dagli impegni quotidiani. Dopo una mattinata trascorsa a discutere di riforma della giustizia con l'Anm e in attesa della lettera di richiamo dalla Ue, Renzi arriva alle 21 – solo – al teatro dell'Opera di Roma dove va in scena 'Alessandro Magno, la narrazione', la seconda delle Mantova Lectures ideate dallo scrittore e drammaturgo. Un'ora e mezza attraverso "un percorso della mente" che racconta il sapere "come apparirebbe se ne facessimo un'installazione artistica", per usare le parole di Baricco. Presenza a sorpresa quella del presidente del Consiglio, arrivato a piazza Beniamino Gigli dopo aver parlato di legge di bilancio e Unione europea poco prima al Tg5. Temi che per una sera Renzi accantona e torna ad ascoltare uno dei fondatori della Leopolda, fin dalle origini critico nei confronti della 'sinistra conservatrice' e che ha sempre invitato Renzi ad andare avanti con 'ferocia'.
Al segretario del Pd lo spettacolo è piaciuto "molto", ha detto lasciando il teatro. Forse non a caso fra le tre Lectures di Baricco il presidente del Consiglio ha scelto quella sulla 'narrazione'- protagonista Alessandro Magno – concetto introdotto dall'autore torinese con lo storytelling, un caposaldo della dialettica renziana. Il premier e lo scrittore si sono scambiati un rapido saluto alla fine dello spettacolo. Non è dato sapere se sia stato un arrivederci alla prossima Leopolda, che si terrà a Firenze dal 4 al 6 novembre, e da cui Baricco manca da più di un'edizione.
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