I capigruppo Camera e Senato: Il suo post non ci rappresenta
"Il Tg1 apre dichiarando una scossa di 7.1 e poi la declassa a 6.1, ancora menzogne per interessi economici di governo!!! Anche il terremoto che ha distrutto L'Aquila fu 'addomesticato' a 5.8 …. Il tutto per non risarcire i danneggiati al 100%". E' questo il post su Facebook della senatrice M5S Enza Blundo che ha scatenato le polemiche. Gli esponenti del Pd si sono scagliati contro la grillina. Per il presidente dell'Emilia Romagna Stefano Bonaccini la Blundo dovrebbe vergognarsi "di tale indecenza", mentre la senatrice Puglisi scrive su Twitter: "Poveri noi".
Anche il direttore di La7 Enrico Mentana si scaglia contro la senatrice su Facebook, scrivendo: "Purtroppo puntuale è ricominciato il balletto sulla magnitudo 'abbassata ad arte per non risarcire'. Bufala già smontata qui dopo il terremoto del 24 agosto. Non speculiamo sulla pelle della gente, per favore. Spiace vedere che ci è cascata anche una senatrice, Enza Blunto del M5s". "Crollano meraviglie della nostra storia, si temono perdite umane, centinaia di migliaia di persone non dormiranno più a casa loro per chissà quanto tempo – aggiunge – Le fesserie possono attendere, se proprio non si riesce a farne a meno".
Poco dopo la senatrice stessa corregge il suo post, ma non fa marcia indietro: ""Il Tg1 apre dichiarando una scossa di 7.1 e poi la declassa a 6.1! Quello che mi preoccupa è la finzione mediatica perché può fare danni maggiori del sisma stesso! – scrive – Massima solidarietà e vicinanza per tutti coloro che sono stati danneggiati".
Sono poi i capigruppo M5S di Camera e Senato, Giulia Grillo e Luigi Gaetti, a mettere il punto: "Il post pubblicato dalla senatrice Enza Blundo non rappresenta in alcun modo il pensiero dei gruppi parlamentari M5S di Camera e Senato e dell'intero Movimento. A seguito del violento terremoto che stamane ha colpito nuovamente il centro Italia, ribadiamo la nostra vicinanza alle persone colpite e sentiamo con forza il senso di responsabilità a cui tutti siamo chiamati".
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