Il leader della Lega chiama l'adunata nella città della Leopolda
Una piazza per il No al quesito referendario divisa in tre. Matteo Salvini chiama l'adunata a Firenze (protagonista la scorsa settimana della reunion del Sì alla Leopolda), Stefano Parisi rinuncia alla kermesse leghista per continuare il suo tour 'MegaWatt, Energie per l'Italia' in Veneto, il M5S percorre in treno tutto lo stivale per dire No al referendum. A 22 giorni dal voto i sondaggi si susseguono e sono musica per le orecchie delle opposizioni.
C'è un "trend sottolineato da tutti – esulta il capogruppo FI alla Camera Renato Brunetta – i No sono in netto vantaggio sui Sì, coprendo in una fascia tra il 52 e il 55%. Nonostante la spaventosa invasione mediatica di Renzi i Sì continuano a calare, gli effetti speciali delle ultime settimane non hanno prodotto alcun risultato, anzi, hanno prodotto l'effetto contrario". Salvini apprezza, ma si mostra più cauto. "Non mi fido dei sondaggi", ammette e invita tutti alla sua "piazza aperta" contro il premier e la sua riforma. "A Firenze il centrodestra riparte", sottolinea annunciando la partecipazione di circa 300 sindaci da tutta Italia. "Chi non verrà – è l'attacco – dimostrerà di essere ancora legato a quell'Italia degli inciuci che non deve più esistere". Il riferimento non certo velato è a Stefano Parisi, che ha scelto di non esserci e preferisce tenere "la politica giù dal palco", per ascoltare a Padova "esponenti delle imprese, dell'associazionismo e delle università". A Firenze non ci sarà nemmeno Silvio Berlusconi. "Lascio a lui la scelta – scandisce il segretario del Carroccio – diciamo che negli ultimi anni Forza Italia ha spesso e volentieri guardato indietro più che guardato avanti". I fedelissimi non escludono una telefonata dell'ex Cavaliere alla manifestazione, che intanto mette nero su bianco il suo pensiero sul referendum nel messaggio di saluto inviato al presidente della Regione Liguria Giovanni Toti in occasione dell'incontro 'Le ragioni del No'. "Il centro destra è unito nella battaglia per il No – assicura Berlusconi – il No non è per conservare l'esistente ma per cambiare davvero, per poter realizzare una riforma costituzionale che sia veramente utile al paese, e non solo a Renzi e al Pd". Il Governo, ribadisce, "ha fallito". Sul giorno dopo il referendum, però, Berlusconi e Salvini si dividono. "Dopo la vittoria del No, con una legge elettorale diversa, si ridia la parola agli italiani", dice l'ex premier (e così la pensa anche Parisi). Si torni subito a votare, sostiene il leader leghista.
Per tornare subito al voto, anche il M5S che ha dato via ieri al TrenoTour. "Tutti in carrozza! – spiegano – si parte oggi da Aosta". Il treno porterà i portavoce del Movimento 5 Stelle in giro per tutta Italia "tra pendolari e cittadini a spiegare le ragioni del No alla schiforma costituzionale firmata Renzi, Boschi, Verdini". "Non ci fermeremo mai fino al 2 dicembre . Percorreremo oltre 6mila chilometri da nord a sud, facendo tappa in 47 piazze, una per ogni articolo della Costituzione toccato dalla riforma", sottolinea Roberto Fico.
Unite, invece, le opposizioni nella denuncia contro quello che definiscono "un possibile rischio brogli" nel voto degli italiani all'estero. "Cosa ha intenzione di fare il governo per garantire la correttezza delle operazioni di voto all'estero, che secondo lo stesso direttore generale della Farnesina per gli italiani all'estero sono attualmente prive delle garanzie costituzionali di liberta' e segretezza?", attacca Loredana De Petris, capogruppo di Sinistra italiana al Senato che presenta un'interrogazione urgente. Pronto l'intervento del ministero degli Esteri a bloccare ogni polemica: "Gli uffici competenti – assicura la Farnesina – sono impegnati come nelle precedenti tornate elettorali ad assicurare il corretto svolgimento dell'imminente consultazione referendaria".
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