Partita aperta e schermaglie nel centrodestra per la leadership

Il referendum si avvicina e il centrodestra continua ad andare in maniera sparsa con il No come unico collante. Mentre si cerca, Berlusconi in primis, un leader della coalizione, all'interno della Lega sembra scattata l'ora della resa dei conti tra il vecchio e il nuovo mondo. Intanto Berlusconi annuncia: Solo dopo il voto decido di stare in politica.

LA QUESTIONE LEGA
"Salvini ha i sondaggi, non i voti. Fa casino, ma non ha un programma e nemmeno l'esperienza per fare il premier. Poi quando si vota per davvero, come a Milano, noi crolliamo", l'affondo del leader storico della Lega, Umberto Boss. "La Lega un segretario ce l'ha si chiama Matteo Salvini. Non partecipo a questo dibattito inutili", la difesa del governatore lombardo Roberto Maroni, "sul congresso deciderà il segretario quando farlo". Poi Bossi fa un assist a Silvio Berlusconi e benedice la sua possibile disce in campo: "Gli consiglierei di non dirlo troppo forte, altrimenti la magistratura, che è uguale da tutte le parti, si mette di traverso. Comunque fa bene, lui i voti li ha. A differenza di altri".

BERLUSCONI
Non solo il referendum, sul centrodestra eleggia anche lo spettro delle primarie. Berlusconi ha confermato che "se fossero regolate dalle leggi, non avrei niente in contrario, ma se sono fatte come quelle che hanno portato Renzi alla segreteria del Pd, sarebbero falsate e non parteciperei". Intanto, parlando del voto, l'ex premier ha annunciato:  "Dopo il referendum prenderò la decisione se continuare o abbandonare la politica". Poi ancora evidenziando l'importanza di Salvini e Meloni nella coalizione ha affermato: "Se  non accettassero di far parte della coalizione di centrodestra, cosa che escludo assolutamente, diventerebbero semplicemente irrilevanti".

SALVINI-MELONI
A spingere per le primarie c'è la cosiddetta 'ala lepenista' del centrodestra, composta da Giorgia Meloni (Fdi), Matteo Salvini (Lega Nord), e il governatore forzista della Liguria Giovanni Toti. Ma intenzionate a correre ci sarebbero anche Maria Stella Gelmini e Mara Carfagna: decisamente troppi candidati per il Cavaliere, che vede con preoccupazione l'eccessiva frammentazione dell'elettorato forzista. A corollario di ciò le parole di Maurizio Gasparri: "Il leader politico del centrodestra – ha detto – è sicuramente Berlusconi, poi sulla candidatura vedremo. Ma Silvio è la persona più importante del centrodestra". Poi la stoccata ai possibili pretendenti: Berlusconi non vuole e non partecipa alle primiarie "per un atto di generosità. Dato che le vincerebbe lui, di gran lunga, non vuole umiliare gli altri".
 

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata