Chiusura della campagna per il Sì in Piazza della Signoria

Un ultimo #Matteorisponde questa mattina, poi le sfide impossibili – le più belle – di Calabria e Sicilia e infine, dopo migliaia di chilometri percorsi, il ritorno a casa: in Piazza della Signoria, a Firenze, prima della battaglia finale del 4 dicembre. Matteo Renzi è all'ultimo miglio. La stanchezza c'è ma è lui stesso a incoraggiare i militanti: "È ora che gli indecisi decidono".

Con il passare delle ore la campagna referendaria si accende, il premier riporta l'attenzione al quesito elettorale e invita tutti a stare al merito, ma non lesina interventi 'di mestiere' in difesa della sua parte del campo. Beppe Grillo lo denuncia per aver mostrato la scheda elettorale del Senato? "Faccia pure, ci vediamo in tribunale. Domani (oggi, ndr) sono a Palermo, mi sa che la strada della Procura i cinque stelle la conoscono", attacca.
Matteo Salvini guida il fronte del No? Immediata parte la sottolineatura in diretta Facebook per quella sua "seggiola vuota" oggi a Strasburgo mentre il Parlamento europeo votava la risoluzione per i fondi della ricostruzione post terremoto. Il Manifesto di Casa Pound che ritrae il premier e invita i sostenitori del No a farlo piangere? "Sono orgoglioso di stare dall'altra parte perché la politica non è far piangere qualcuno ma far star bene gli altri".

Intanto a spingere la corsa del premier arrivano i dati Istat sul Pil. "La crescita italiana raggiunge il +1%, i teorici della crescita zero si sbagliavano. La strada è giusta – esulta Renzi – adesso serve accelerare, siamo a un passo", dice legando la ripartenza ad un esito favorevole del referendum. Dello stesso avviso Pier Carlo Padoan.  "L'economia cresce al ritmo più alto dal 2011 e crea lavoro. E' la direzione giusta, il cambiamento aiuta ad accelerare", esulta su Twitter. Nessun "allarmismo" da parte del Governo, assicura il ministro dell'Economia, è stato creato su mercati, banche e spread.  "Il sistema bancario è solido, almeno quanto gli altri", ribadisce pur sottolineando come se dovesse vincere il No, "sarà più difficile raccogliere capitali sul mercato" per le otto banche alle prese con i piani di rientro.

A sottolineare i rischi di un'eventuale vittoria del No è anche Renzi "E' un'occasione che non ripassa, ci teniamo la Casta – avverte – Io non sarò della partita se lasceremo il Paese come è adesso". Gli effetti di "instabilità e difficoltà" non si avrebbero solo il 5 dicembre con il rischio di "una crisi al buio" ma sulla "prossima generazione". Il bivio, ribadisce, è tra chi vuol cambiare e chi usa la rissa per rimanere aggrappato alla poltrona. Di più. Domenica si vota "tra la stabilità e la fiducia e l'incertezza, tra l'idea di un'Italia che ha un'idea di futuro e l'idea di un'Italia aggrappata alla nostalgia".

Fin qui il Governo. Ma cosa farà il Partito democratico dopo un eventuale voto negativo? "Lo deciderà il Pd nelle sedi stabilite", taglia corto il segretario, quasi a ricordare – ai suoi parlamentari prima che agli altri – che sarà ancora lui, lunedì mattina, ad avere ancora al braccio 'la fascia da capitano'. Bolla come "film dell'orrore" e declassa da gossip a "telenovela", poi, un possibile scenario di larghe intese, secondo i rumors ben visto dal Quirinale.

A quasi 48 ore dal voto, insomma, Renzi ci crede. La rimonta può riuscire. Molto, è il ragionamento, dipenderà dal voto degli italiani all'estero.
Sono preferenze fuori dai sondaggi che circolano sottobanco in queste ore e potrebbero far pendere la bilancia a favore del Sì. Ecco perché alta è l'attenzione del fronte del No, che ogni giorno continua a rilanciare il rischio brogli. Notizie "destituite di fondamento", ribadisce la Farnesina.
 

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