Cosa succede dopo le dimissioni dell'attuale premier sconfitto nel referendum

Il dopo Renzi è affidato al presidente della Repubblica Sergio Mattarella. E' lui il garante della transizione, riconosciuto come tale anche dall'opposizione, dal M5S a Sinistra italiana. Per evitare un ritorno immediato alle urne esplorerà il tentativo di varare un governo di scopo che affronti il nodo di una nuova legge elettorale. In pole per l'incarico ci sono, per un esecutivo a carattere più tecnico, l'attuale ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan e, per un governo più istituzionale, il presidente del Senato Piero Grasso. Nel pomeriggio Renzi, come annunciato, consegnerà le dimissioni al capo dello Stato.

Sono tre, in base ai suoi poteri costituzionali, le possibilità di Mattarella: chiedere al segretario del Pd di ripresentarsi alle Camere per ottenere la fiducia a un governo Renzi bis; accettare le dimissioni del premier e iniziare nuove consulazioni; decidere di sciogliere le Camere e andare alle elezioni. In vantaggio è attualmente la seconda opzione: la prima è improbabile (vista l'intenzione di Renzi di considerare irrevocabile la sua scelta), la terza (sponsorizzata dalla Lega di Salvini e dal M5S di Grillo) lo è altrettanto. 

Mattarella dovrà valutare l'esistenza di una maggioranza politica in grado di transitare il Paese alla fine della legislatura, nel 2018, e quindi puntare su un governo tenico – alla cui guida ci sarebbe Padoan – o di scopo con l'obiettivo principale di lavorare sulla riforma elettorale. Per questo aspetto più istituzionale il più accreditato, come anticipato, è Grasso. Altri nomi circolati per il dopo Renzi sono Dario Franceschini e Graziano Delrio, ministri dell'attuale esecutivo e molto vicini al segretario del Pd. 

 

 

 

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