Tante le ipotesi sul futuro dell'ex rottamatore sconfitto al referendum
Aspettare ancora qualche giorno per "mettere in sicurezza" la legge di Bilancio ed evitare al Paese 'l'esercizio provvisorio' prima di lasciare palazzo Chigi. E' un esercizio di responsabilità che a Matteo Renzi costa e non poco, ma che il premier accetta per non rendere l'Italia ancora più debole agli occhi delle istituzioni europee. Il futuro dell'ex rottamatore, poi, è tutto da decifrare. Chi lo ha visto oggi e sperava gli fosse passata "la rabbia" è rimasto deluso. A mente fredda l'analisi della sconfitta è ancora più dura.
L'alta percentuale di No registrata tra i giovani è una delle cose che fa più male. Non hanno creduto all'idea di futuro che il premier in questi anni ha immaginato e cercato di realizzare. Ecco, allora, che la tentazione del 'mollo tutto' esiste. Dopo la poltrona di palazzo Chigi, quella del Nazareno. E dire addio magari, come disse lui stesso un anno fa, anche alla politica. Senza "aggiungere nemmeno una riga" al curriculum. Il ragionamento, oltre che nella stanchezza e nella delusione, trova radice nella consapevolezza del proprio carattere. "Anche si ricandidasse per le Politiche, che tanto in sei mesi/un anno in questo Paese tutti tornano 'vergini' – ragiona una fonte molto vicina a Renzi – con quali regole del gioco tornerebbe?". Il riferimento è alla legge elettorale, che verrà modificata nei prossimi mesi e che sembra andare verso un'ispirazione proporzionale. "Ma ce lo vedete a Matteo a trattare ogni giorno con chissà quali alleati?". Aver concesso alle opposizioni "l'onere della proposta" per la modifica dell'Italicum sembra quindi un "avete deciso così? Auguri".
Improbabili scenari, bollati come 'fantapolitici', vogliono poi il premier interessato alla guida di un'istituzione comunitaria. "Renzi nel regno della burocrazia? Difficile da immaginare… Anche perché lì 'rottamare' è ancor più difficile che da noi", ci scherzano su alcuni dem.
Un atto di responsabilità nel confronti del Paese potrebbe invece convincerlo a restare e provare il ritorno a palazzo Chigi da segretario del Pd, forte dell'eventuale conferma del congresso. Una diversa ipotesi, infine, lo vuole lontano per un po' dal ringrazio della politica e poi di nuovo protagonista "con un partito suo", che nasca con l'intento di creare una base solida per riformare il Paese. "Renzi è troppo affezionato ad 'House of cards' – è il commento ironico di un parlamentare dem – per lui esistono Repubblicani e Democratici".
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